OGGI SORGE IL DUBBIO. SI RIDUCE LA CELEBRAZIONE EUCARISTICA COME RICORDO DELL’ULTIMA CENA.

E LA FEDE DEI NOSTRI PADRI COMINCIA A PERDERE LE BASI E SI APRONO LE PORTE AD ALTRE REALTA’.

CREDIAMO ANCORA CON LA FEDE DEI NOSTRI ANTICHI PADRI DELLA CHIESA???

OPPURE POSSIAMO APRIRE LE NOSTRE CELEBRAZIONI EUCARISTICHE AD ALTRE RELIGIONI DEL NOSTRO TEMPO?      

 

La eliminazione totale della Comunione fuori della Messa mi fa pensare che la fede, nella presenza reale di Gesù nella Eucaristia, stia totalmente scemando.

Questo porta a un cambiamento radicale nella offerta di questa realtà alle anime dei fedeli battezzati e denominati cristiani.

 

                                                                                      

Cessando la fede, si sono eliminate le richieste di fare la comunione fuori della Messa, perché bisogna partecipare alla Messa per fare la Comunione: è partecipazione all’Ultima Cena, quindi non fede nella presenza reale, ma ricordo …

E’ giusto. Però, dopo il Concilio, tutto è rimasto come prima: nei giorni feriali, i fedeli che non possono partecipare a una celebrazione eucaristica e desiderano accostarsi a Gesù, presente nella Eucarestia, lo possono fare, chiedendo al sacerdote o ai ministri straordinari, ai diaconi, agli accoliti di ricevere la Comunione. L’impedimento ad essere presente durante la celebrazione eucaristica, nei giorni feriali, dà ancora oggi il diritto di poterci accostare all’Eucarestia in qualsiasi orario, specialmente se impediti per motivi di lavoro ad essere presenti negli orari in cui si celebra l’Eucarestia.

Però, il fatto che non si trovi nelle parrocchie e nelle chiese un servizio per potere soddisfare questo desiderio spirituale, è un lato negativo che oggi dimostra il calo di fede nella presenza reale di Gesù nell’Eucarestia.

                                                                                                       

Il fatto di aver avuto più di una esperienza diretta della vita che conducono i mistici, anche quando non sono creduti o sono semplicemente disprezzati per quello che dicono, a me permette di poter comprendere l’atteggiamento del profeta dinanzi al rumore degli “stipiti delle porte e al risuonare di quella voce straordinaria, mentre il tempio si riempiva di fumo”.

 

“Tutta la terra è piena della sua gloria”.

Vibravano gli stipiti delle porte al risuonare di quella voce, mentre il tempio si riempiva di fumo. E dissi: «Ohimè! Io sono perduto, perché un uomo dalle labbra impure io sono e in mezzo a un popolo dalle labbra impure io abito; eppure i miei occhi hanno visto il re, il Signore degli eserciti».

Allora uno dei serafini volò verso di me; teneva in mano un carbone ardente che aveva preso con le molle dall’altare. Egli mi toccò la bocca e disse: «Ecco, questo ha toccato le tue labbra, perciò è scomparsa la tua colpa e il tuo peccato è espiato». Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!».

L’evento straordinario ha fatto sì che il profeta si sia messo a completa disposizione di Dio. rate o da superare lungo il corso della sua vita.

Tenendo conto un po’ delle letture della V Domenica del TO, la nostra propensione verso il Cristo presente nell’Eucarestia sembra svanire.

Guardando il caso del Profeta, di cui ci parla la prima lettura della V Domenica TO, che è presente a un fatto straordinario che lo porta a cambiare vita, anche la nostra coscienza dovrebbe smuoversi, sentendo parlare di profezie straordinarie per gli uomini di oggi e, nella loro straordinarietà, vogliono portarci ad un cambiamento, che possiamo chiamare vera e sincera conversione, che corrisponderebbe ad una tensione verso il Cristo, verso il mondo spirituale, verso la presenza di Maria, di Gesù, degli angeli e dei santi nella nostra vita.

La constatazione di una presenza spirituale straordinaria ci deve portare ad una certa tranquillità, dopo avere accolto la comunicazione spirituale proveniente da diverse parti della terra, ma con un’unica comunicazione ripetuta in diversi posti tramite diverse persone mistiche, che magari noi non conosciamo e anche tra di loro non si conoscono.

 

 

 

L’altro fatto straordinario di san Paolo, persecutore, porta Paolo alla conversione e da persecutore, dopo la caduta da cavallo, è diventato un grande apostolo di Cristo.

Ultimo fra tutti apparve anche a me come a un aborto”. 

                                                                                                     

 

Io, infatti, sono il più piccolo tra gli apostoli e non sono degno di essere chiamato apostolo perché ho perseguitato la Chiesa di Dio. Per grazia di Dio, però, sono quello che sono, e la sua grazia in me non è stata vana. Anzi, ho faticato più di tutti loro, non io però, ma la grazia di Dio che è con me. Dunque, sia io che loro, così predichiamo e così avete creduto.

Anche in san Paolo abbiamo delle espressioni che ci devono portare a credere all’intervento diretto e straordinario di Dio nella sua vita, tanto da trasformarlo da persecutore dei cristiani, a un grande apostolo di Cristo, disposto ad accogliere tutto per amore del Signore.

 

Ci si appella, invece, oggi al fatto che Cristo, con la celebrazione della santa Messa, ci invita a partecipare alla Sacra Cena, dove Cristo si rende presente nel cuore dei fedeli attraverso il segno sacramentale dell’Ostia consacrata, anche se si è impediti a partecipare alla celebrazione eucaristica.

Il fatto è diventato tanto più evidente che ci fa pensare che non crediamo più alla presenza reale e alla possibilità di poterci accostare all’Eucarestia tutti i giorni, anche quando siamo impediti a partecipare ad orario alla celebrazione eucaristica.

 

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.

 

 

Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca».

Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».

Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano.

Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare

Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».  E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.

Pur essendo pescatori e, avendo fatto l’esperienza della pesca abbondante, lasciano la barca e la pesca e si mettono alla sequela di Gesù.

Pur avendo gustato la straordinarietà della presenza di Cristo e il loro lavoro valorizzato, partono e vanno con Gesù, seguendo le su indicazioni e conducendo una vita come la sua.

Questo è quello che noi dovremmo fare: convertirci e seguire Gesù, perché quello che gli strumenti moderni ci fanno vedere è una realtà moderna che bisogna accogliere e ci deve portare ad una vera conversione e a un servizio proficuo e santo.

 

Preghiamo.

Custodisci sempre con paterna bontà la tua famiglia, Signore, e poiché unico fondamento della nostra speranza è la grazia che viene da te, aiutaci sempre con la tua protezione.

 

O Dio, che, nella follia della croce, manifesti quanto è distante la tua sapienza dalla logica del mondo, donaci il vero spirito del Vangelo, perché ardenti nella fede e instancabili nella carità diventiamo luce e sale della terra.