File: 250590 CsA Amore-del-Padre
“Utilitatem praefero, hic et nunc, non perfectionem.
Si hoc non est quid facies?” (Pro VOX 150417).
NUOVO DISCORSO SUL TEMA DEL PADRE.
250590L
25 maggio 1990.
Dio Padre, Dio Figlio.
- – Nuova Tema sul Padre.
Io, Gesù di Misericordia, sono in mezzo a voi, o dilettissime mie amiche, come di già accade da tempo, ogni sera.
Io vi dò la pace, la mia pace.
Quando vi dono la pace è un segno questo di un dono straordinario ed eccelso, poiché è la pace che io vi reco dal regno dei cieli, dal regno di luce infinita, immensa e straordinaria, dove il Padre mio regna, ora e sempre.
Amen.
O sorelline mie, questa sera, io inizierò una Tema nuova, che avrà, come tema, il tema sempre del Padre, però sarà diverso.
Il Padre è Uno, sconfinato, immenso, straordinario, infinito, eccelso, incomparabile amore.
Il Padre è la vita, la vita stessa.
Voi non sareste senza di lui. Ve l’ho detto tante volte. Voi non sareste, se lui non fosse.
Il Padre è e voi siete.
Il Padre esiste e voi esistete.
Accoglietelo perciò con quell’amore, con quella benignità, con quella amorevolezza, che è di voi.
***
O figlie mie dolcissime, io sono il Padre.
Anche stasera, io sono venuto in mezzo a voi.
Incoronate le vostre teste, inginocchiandovi dinanzi a me, poiché io, il Padre sono qui, davanti a voi, eccelso, infinito, straordinariamente grande, il Padre redimito di gloria, il Padre sconfinato di amore, il Padre che vi dà la vita.
O dilette mie figlie, socchiudete i vostri occhi e posate il vostro capo sulle mie ginocchia, poiché io sono il Padre vostro.
Asciugate le vostre lacrime e non piangete, anzi sorridete, siate felici, poiché voi non potete venire ancora da me, sono io che vengo a voi.
Vengo per potervi stare vicino.
Vengo per potervi benedire.
Vengo per potervi purificare.
Vengo per potervi amare e nello stesso tempo per ascoltare le vostre parole, per ascoltare i palpiti del vostro cuore, per avere da voi, o figliette mie adorate, ciò che un padre desidera tanto avere dai propri figli.
O dolcissime figlie mie, adorate fanciulle del cuore mio, siate benedette, ora e sempre, nei secoli dei secoli. Sì, perché voi vivrete accanto a me, in me e con me, nella eternità dei secoli.
Amen.
Ed ora, o figlie mie dilette, sollevatevi e riprendete i vostri posti abbandonati.
Io, il Padre, sono qui, ve l’ho detto, proprio perché spinto dall’ansia di vivere in mezzo a voi e accanto a voi. Tanto è l’amore che mi prende. Tanto è l’amore che ho per ciascuno di voi, per te, o carissima Pia, per te, Violetta, per te, Maria, per te, ancora, o Serafina.
Voi, o figliolette mie, siete le mie predilette, le mie divine, poiché così io vi ho volute, divine.
Voi non appartenete più alla progenie del mondo. Voi siete ormai diverse. Appartenete al cielo.
Questo io volevo dirvi e questo sono venuto a dirvi.
Voi siete impressionate della mia presenza, perché forse credevate in me un Padre lontano, difficile da raggiungere, incapace di rivolgere ai figli suoi la sua parola, perché troppo inaccessibile, perché troppo difficile, perché troppo austero. Ed invece, sbagliavate, così come sbaglia il mondo, nel non sapere, nel non conoscere, nel non credere. Ed è per questo che noi lassù abbiamo decretato questa locuzione, attraverso la sorellina che parla e che presta a noi la Voce, per potere dire ciò che noi vogliamo, Noi, il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo.
Quanto amore eccelso è nella santissima Trinità! Quale infinita cura per le creature tutte che sono nel mondo, che sono mortali.
Le loro ambasce, i loro tormenti, le loro sofferenze, i loro problemi, e loro vicissitudini per noi …
Ora, voi sapete. Perciò credete. Ma gli altri che non sanno come fanno a credere? Perciò io chiedo alla sorellina che parla e a tutte voi che ascoltate, di essere strumento di diffusione della Parola mia, del Figlio mio Gesù e della beatissima Vergine, Maria, perché tutti sentano, perché tutti ascoltino, perché tutti capiscano.
La sorella non si risparmia nulla, perché tutto questo accada.
Lo so, ieri, non ha parlato, cioè non ha fatto parlare la Madre, però è stato forse un bene, perché chi ascoltava non avrebbe creduto e non avrebbe capito.
Ora, voi o dilette mie, siete le mie tenere, tenere figliolette care, alle quali io affido la mia Parola, la Parola sapete che viene dall’alto, altissimo cielo, lontanissimo da voi, immenso, immortale, infinito e sconfinato.
Questo cielo ha bisogno di voi, così tenerelle, così piccole, così povere, così limitate, ma così preziose per noi. Siete voi le nostre stelle. Siete voi le nostre luci. Siete voi le nostre favelle, perché parlate, comunicate, ridete, sognate, sperate, così come siete e così come siete tutto questo potete dire a chi vi sta vicino, come oggi, come ieri, l’altro ieri, avanti ieri, come succederà ancora domani posdomani e a giorni.
La sorella che parla, lo so che è dedicata interamente a questo ed io le sono grata, o figlioletta mia.
Io ti benedico dal mio trono e ti dico: La pace sia con te e con il figlio tuo ...
Ben lo sappiano. Noi lo conosciamo, o figlia mia diletta. Tutto noi sappiamo. Tutto noi vediamo. Da lassù ti benediciamo, ti proteggiamo, ti aiutiamo.
Nessuno mai sfiorerà te …, né le cose tue, la casa e tutto ciò che ti appartiene, poiché intorno a te e alle tue cose, esistono schiere di angeli che ti proteggono, o figlia mia diletta. Non temere. Non temere neanche ciò che a te si dirà, ciò che di te si potrà dire, poiché questo sarà adesso, ma un giorno capiranno e tu sarai insieme a me, in paradiso, ora e sempre.
Qui già ci sono i tuoi ad attenderti. Tutti, nessuna esclusa, o figlia mia diletta.
Ora, o dilettissima mia, ti benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e pongo su di te le mie mani, nel segno di protezione e di consacrazione insieme.
Amen.
O figlie mie pietose, benigne, care, infinitamente buone, infinitamente grandi, infinitamente misericordiose, io vi prometto tutte le felicità, tutte le gioie, tutte le grandezze che un’anima può aspirare, dopo il vostro addio dal mondo.
Io, il Padre, vi ricolmerò di ogni bene e di ogni felicità, come ogni altra creatura che ascende al regno dei cieli. Ma voi però dovete sottomettervi alla mia volontà austera ed immortale. Dovete compiere la mia volontà, adeguandovi a ciò che io vi chiederò. …
- – Sacrificatevi per chi ha bisogno di guida.
Queste, o dilette mie, sono le cose che io vi chiedo.
Immolatevi.
Sacrificatevi per coloro che abbisognano di guide, di aiuti, di sostegni.
Vi chiedo di sacrificarvi per coloro che muoiono della seconda morte, cioè del peccato.
Vi chiedo di immolarvi per coloro che si allontanano da me.
Vi chiedo di immolarvi per coloro che soffrono, a causa di mali inguaribili, di sofferenze atroci, inferte dal nemico mio e quindi dei figli miei.
Ora, Egli è là, giù, in mezzo a loro e non c’è più posto per il pantano.
C’è solo Gesù in mezzo a loro.
Amen.
Io, il Padre, vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
E vi dico: O dilettissime mie, ora io vi lascio, ma vi porto tutte teneramente racchiuse nel mio cuore.
Vi porto con me, nell’alto del cielo, immenso ed infinito.
O amorevoli mie, piccole, piccole figlie, vi benedico ancora dall’alto, mentre ascendo in mezzo alle nuvole verso l’alto del cielo che attende.
Amen.
- – Gesù parla attraverso Lucio.
Io, Gesù di Misericordia, ritorno a voi.
O tenerissime mie colombe, o beatissime dolci mie tortorelle, come vi sono grato, per ciò che voi avete subito e accettato!
Stasera è una sera di luce, di festa e di gaudio infinito.
Voi già lo sapete, sapete il perché.
Il Padre, lui stesso è sceso dal cielo, per ringraziarvi, per benedirvi, per osannare a voi che, tortorelle, timide e buone, avete accettato, nel silenzio, la sofferenza che, stasera, invece, ha dato i suoi frutti, in quello che voi sapete sta accadendo giù, fra i vostri fratelli.
Io sono là, in mezzo a loro.
In mezzo a loro io sono, io predico; io vivo; io, io, io, Gesù; io, l’amore; io, la gloria; io, la lode; io, la maestà; io, la santità. E colui che è là, in mezzo a loro, è il mio sacerdote, il mio ministro. A lui va il mio grazie. A lui va la mia benedizione. A lui va il mio osanna.
O dolce, dolcissimo, carissimo Lucio, benedetto figlio, al di sopra di tutti gli altri, di Francesco figli e fratelli, Lucio caro, Lucio santo, Lucio divino, Lucio benedetto, Lucio che vai cercandomi ovunque, Lucio che parli, Lucio che ovunque mi vai predicando, Lucio che ovunque mi vai diffondendo, Lucio che ovunque mi vai donando, io sono con te, stasera e sempre, sono in te e presso di te.
Lucio, mio Lucio, io ti adoro, Lucio, sacerdote mio, ti benedico e ti glorifico, figlio caro.
Tu che per me hai subito infinite pene. Tu che per me hai accettato tanti travagli, tu che per me hai attraversato monti e fiumi, non ti arrestare, poiché io sono con te sempre. Tu lo sai, ma te ne dò conferma, ancora una volta, tramite la povera, piccola, misera sorellina.
Pure a te, io l’affido. Non farla perdere. Ti cerca, perché ha capito e sa da dove tu vieni e cosa tu porti, o Lucio.
A te io la mando teneramente avvinta, perché tu possa aiutarla, destreggiarla e guidarla, insieme all’altro tuo divino compagno. Insieme aiutatela. Proteggetela e difendetela, ognuno di voi con ciò che ha, ognuno di voi con ciò che può.
Amen.
A te, o Lucio, io do la parte più tenera, quella più rarefatta, la parte più eterea. Quella tu proteggi e cingi, quella aiuta e disseta, quella trasforma, quella modella.
A te, *, la parte più coriacea, quella più densa e più forte. A quella stai attento perché essa è pure tanto importante e a te e da te troverà grande sollievo.
Insieme, tu e il fratello tuo, attenti state a ciò che io vi mando.
Amen.
Colei che a voi giungerà è per me giglio. A lei effondo il mio Spirito perché sappiano che in lei io mi compiaccio, perché ascoltino.
Amen.
Curatela, beneditela e proteggetela. Così sia, ora e sempre.
Amen.
- – Voi siete le mie pupille.
O dilette mie, perdonate, se io vi ho trascurate un po’ per i miei dolci e cari ministri, ai quali io ho rivolto la mia parola. Voi lo sapete, mi siete sempre oltremodo care. Voi siete le mie pupille.
Come si può vedere, se non si hanno le pupille? Ecco, senza di voi io non avrei più gli occhi.
Come si può parlare, se non si ha la voce? Ecco, senza di voi, io non avrei più voce.
Come si può udire, senza più le orecchie? Senza di voi io non avrei più udito.
Perciò voi siete le mie stesse mani, le mie stesse braccia, i miei stessi piedi e le mie stesse gambe. Tutto, tutto voi siete del vostro Gesù in persona, che qui è dinanzi a voi, grande, superbo e immortale.
Non le scordate queste parole. Incidetele nel vostro cuore, così come io faccio in questo momento. Voi siete il mio sale, siete il sale della terra, siete la luce del mondo.
Non dimenticatelo, o figlie mie.
Di voi lasciate che si dica tutto ciò che si vuole, poiché soltanto ad uno voi dovete dare rendimento delle vostre azioni e del vostro parlare.
E quell’uno sono io, Gesù, Gesù di Nazaret, Gesù uomo di Galilea, Gesù di Misericordia, Gesù infinito e immortale, Gesù amante degli spiriti eletti, Gesù Amante della sua divina Madre e di tutti coloro che a lei si dedicano con infinito ed amorevole zelo.
Amen.
O dilette, dilette mie, prendete su le vostre corone e iniziate, iniziate il dolce canto delle Ave Marie, dei Padre nostro e dei Gloria al Padre. Essi ascendono al cielo, come un canto armonioso e soave.
Oh! Le vostre tenere, tenere voci, o figlie mie!
Oh! Sorelline care, le attendo insieme al Padre e allo Spirito Santo.
Questa sera dedicate le vostre preghiere per Lucio, Lucio mio, perché risplenda di quella luce infinita ed immortale, della quale io l’ho rivestito e sempre lo rivestirò.
Amen.
- – Mi compiaccio delle vostre parole.
Dopo la preghiera.
O mie dilettissime amiche, eccomi di nuovo fra voi.
Io, Gesù di Misericordia, sono di nuovo in mezzo a voi, dilettandomi della vostra presenza, sorridendo ai vostri sorrisi, compiacendomi delle vostre dolci e gradite parole.
La vostra preghiera è volata al cielo, soave e leggera, profumata più di incenso.
Ora, o dilette mie care, socchiudete i vostri occhi, congiungete le vostre mani e pregate insieme a me.
Padre nostro …
E ora dite:
Padre santo, Padre buono,
a te mi offro, a te mi dono.
Per i falli miei ti chiedo perdono.
Padre santo, Padre buono,
a te mi offro, a te mi dono.
Per i falli dei fratelli miei
ti chiedo perdono.
Padre santo, Padre buono,
a te mi offro, a te mi dono.
Su di me si compia
il tuo santo perdono.
Amen.
Ora, o sorelline mie, congiungente ancora una volta le vostre destre e rinnovate insieme a me l’orazione del santo Padre nostro.
Padre nostro …
Ripetete insieme a me, nuovamente.
Padre santo, Padre buono,
a te mi offro, a te mi dono.
Per i falli miei
ti chiedo perdono.
Padre santo, Padre buono,
a te mi offro, a te mi dono.
Per i falli dei fratelli miei
ti chiedo perdono.
Padre santo, Padre buono,
a te mi offro, a te mi dono.
Su di me si compia
il tuo santo perdono.
Amen.
Ora, o sorelline care, poiché l’ora è già tardi e voi siete già stanche, io mi concedo da voi senza non prima avervi benedette nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Ed ora, io, Gesù di Misericordia, ascendo di nuovo verso il cielo mio, dove gli angeli, i santi e i beati, mi attendono facendomi corona.
Ora, le vostre destre congiungano le destre, i vostri cuori amino gli altri cuori. Siate un’anima e un corpo. Amatevi così come io vi ho amato.
Benedite così come io ho benedetto.
Implorate così come io ho implorato e per voi si schiuderanno sempre la grandezza dei cieli.
Amen.
Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo sacramento.
Ponete adesso le vostre destre nelle vostre destre e ripetete insieme a me ancora una volta il Padre nostro.
Padre nostro …
Ed ora lodate, lodate il Signore. Lodate voi, o lingue fedeli, poiché eterno è il suo nome, eterna è la sua misericordia.
Amen.
Io vi benedico già dall’alto del cielo, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
La pace regni sempre in mezzo a voi, ora e sempre.
Amen.
Canto: Uomo di Galilea che passando vai …