RIFLESSIONI PAS 220117A
Riflessione dalla terza Domenica TO.
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IL REGNO DELLE TENEBRE E’ IN MEZZO A NOI. LA NOSTRA VITA LA TRASCORRIAMO IN MEZZO ALLE TENEBRE.
GUARDIAMO E SPERIAMO DI RAGGIUNGERE IL REGNO DELLA LUCE. LE DIFFICOLTA’ DEL CAMMINO INTRALCIANO IL NOSTRO ANDARE. LA LUCE DI CRISTO CI ILLUMINA SEMPRE.A NOI SPETTA IL COMPITO ARDUO DI LASCIARCI ILLUMINARE DA CRISTO PER NON PERDERE LA VIA DIRITTA CHE CI CONDUCE AL CIELO DELLA GLORIA.
Anche oggi, come sempre, la liturgia ci ricorda quale è la realtà umana, quale è la posizione dell’uomo su questa terra.
La liturgia ricorda, nella prima lettura, che in realtà ci troviamo sempre nel regno delle tenebre, mentre siamo su questa terra. Gesù è venuto a portarci la sua luce divina e vuole che noi siamo disponibili a lasciarci illuminare per comprendere sempre meglio quale lotta dobbiamo sostenere. Si tratta di una lotta spirituale, di una lotta continua, non dipendente direttamente da noi, ma da “colui che non è”, ovverosia da “colui che è il re delle tenebre e non intende, in maniera assoluta, abbandonare le sue vittime”.
Anche Cristo, portando la sua luce, dal punto di vista terreno, ha perduto, è stato eliminato da questo regno di tenebre e non possiamo dire che la sconfitta di Cristo faceva parte del progetto. Il progetto di Dio, infatti, era quello di ricondurre gli uomini al suo Regno di vita, regno di giustizia e regno di Pace. E’ stata semplicemente una disponibilità massima di Dio, quella di ricondurre l’uomo nel suo regno e abbandonare per sempre i suggerimenti del re delle tenebre. Ma, su questa terra, Cristo ha perduto e il re delle tenebre ha vinto fino alla eliminazione della presenza di Dio qui, su questa terra. Tutto questo è durato poco. La croce, il segno della sconfitta, è divenuta, per la potenza di Dio, segno di vittoria per tutti coloro che hanno rivolto e rivolgono la propria via verso il Regno di Dio, verso la salvezza voluta dal Padre.
“Il popolo che camminava nelle tenebre ha visto una grande luce; su coloro che abitavano in terra tenebrosa una luce rifulse”, dice il Profeta Isaia.
Effettivamente così è stato. Mentre Cristo era sulla terra col suo corpo mortale, dominava lo spirito delle tenebre ed era divenuto, solamente per poco, vittorioso. Poi, dopo la morte di Cristo in croce, la stessa morte è divenuta segno e strumento di salvezza per tutti coloro che credono.
Ed è qui che noi ci troviamo, in questa fase difficile e meravigliosa, una fase pericolosa, ma illuminata dalla luce di Cristo, che è stata posta in alto, sul legno della croce. Dio si è reso visibile e comunica con l’uomo dall’alto della croce. E’ da lì che noi ritroviamo la luce vera, la luce che illumina ogni uomo che viene in questo mondo.
A noi la scelta. Siamo noi, uomini della terra, che decidiamo sulla nostra sorte futura, sulla nostra salvezza. Cristo ha parlato, ha rivelato, ci ha fatto sapere, ma ora affida a noi, alla nostra buona volontà, la nostra sorte, la nostra vittoria.
Ora ci troviamo in questa fase di scelta e di cammino, che possiamo iniziare a percorrere sin da questo momento, se non preferiamo vivere ancora in mezzo alle tenebre di questo mondo.
Cristo ci ha rivelato tutto, ci ha detto tutto ciò che voleva dirci, ma ora spetta a noi deciderci.
Ai piedi di questo altare, dove celebriamo la nostra Eucaristia, dove rendiamo presente Cristo, in corpo, sangue, anima e divinità, noi possiamo trovare la soluzione della nostra salvezza. Ma tocca a noi decidere, perché Dio rispetta sempre il dono della nostra libertà di scelta: O scegliamo il regno delle tenebre o il regno della luce eterna.
Diamoci da fare.
La celebrazione eucaristica è un grande dono che Dio ci fa. In essa rendiamo presente Cristo, se ci crediamo ancora, e Cristo viene per aiutarci a salvarci, nel rispetto massimo delle decisioni da prendere nella nostra libertà.
Ecco che dovremmo esprimere in noi la gratitudine per questo dono della Eucaristia.
Abbiamo detto, all’inizio di questa celebrazione:
“Dio onnipotente ed eterno guida i nostri atti secondo la tua volontà perché nel nome del tuo diletto Figlio portiamo frutti generosi di opere buone”.
Ma anche la seconda Colletta ci illumina e ci spinge verso l’amore di Cristo.
“O Dio, che hai fondato la tua Chiesa sulla fede degli Apostoli, fai che le nostre comunità, illuminate dalla tua parola e, unite nel vincolo del tuo amore, diventino segno di salvezza e di speranza per tutti coloro che dalle tenebre anelano alla luce”.
E alla fine della celebrazione eucaristica diciamo:
“O Dio, che, in questi santi misteri, ci hai nutriti col corpo e sangue del tuo Figlio, fai che ci rallegriamo sempre del tuo dono, sorgente inesauribile di vita nuova”.