2. – .
L’amore del Padre è tale, che nessun uomo è in condizione di poterlo intendere comprendere e racchiudere per intero dentro il suo intelletto e nel suo cuore.
L’amore del Padre è simile a un enorme quantità di acqua, che, zampillando dall’interno di una sorgiva o sorgente, fuoriesce bianca, limpida, fresca, sempre rinnovata ed inesauribile.
Questa, per esempio, è un immagine che io cerco di trasportare a voi, usando un paragone e dei termini che sono vostri, ma se io voglio riportare il discorso a volere qualificare l’amore del Padre, ecco che questo paragone risulta molto limitato e diciamo inconsistente, insufficiente a potere trasportare in voi tutto ciò che significa ed è l’amore del Padre.
L’amore del Padre è simile ad un enorme quantità di luce, che fuoriesce da un condotto sotterraneo che, essendo al buio e quindi assolutamente invisibile, porta fuori però un fascio di luce talmente enorme e talmente forte da irrorare con questa luce una superficie vasta quanto il mondo intero.
Anche questa è un’altra immagine o similitudine, anch’essa traspolata, cioè trasbordata o trasportata nel vostro mondo, tramite termini e tramite immagini, che sono a voi familiari. Però, volendo in effetti parlare dell’amore del Padre è questa un’immagine non del tutto e sufficientemente regge.
L’amore del Padre è simile ancora ad una enorme quantità di aria, che immagazzinata tutta in un contenitore grande quanto la vostra terra, può essere trasbordata e trasportata fuori da essa, attraverso un alambicco che sia talmente lungo da paragonarsi alla lunghezza del vostro equatore terrestre.
Ma anche questa, o figlie mie dilette, è certamente un’immagine anch’essa costruita, anch’essa messa insieme con termini a voi congeniali. Ed ecco che, se io voglio ritornare a quella che è la vera descrizione dell’essenza del Padre, questa immagine risulta molto piccola, molto limitata.
Ed allora io, Gesù di Misericordia, cosa posso a voi dire, quale immagini o quale espressione posso io usare o utilizzare per descrivere e paragonare la grandezza, la luminosità, la straordinaria fecondità che è nell’amore del Padre?
Io posso semplicemente dirvi che l’amore del Padre sono io, Gesù, venuto sulla terra ad assumere carne umana, aspetto uguale al vostro, io, Gesù, vissuto sulla terra, a sopportare la grande miseria, a sopportare l’ignominia, l’offesa, l’accusa, l’emarginazione dei ricchi, dei potenti, degli uomini dabbene, per inteso, tra virgolette questo dabbene, nei riguardi di un uomo Dio, dimentico della sua grandezza, della sua enorme, straordinaria potenza per rendersi simile a tutti voi, fragile, utile, nei modesti lavori, anzi nei lavori umili, che dico, nei lavori inferiori, in quelli per i quali ogni uomo si sente demeritato.
Sì, o figlie mie dilette, più di una volta io ho qui accennato alla povertà, alla miseria con la quale io ho condotto la mia vita lì a Nazareth, però, forse, poche volte io ho accennato ai lavori che facevo nella umile casetta accanto a Maria, specie dopo la morte del Padre mio putativo, Giuseppe.
I miei lavori erano lavori di scarto.
Sì, Giuseppe faceva il falegname e a me aveva insegnato l’arte del falegname.
Ma quali lavori di falegnameria erano a me riservati?
Certamente i più umili, come sistemare, aggiustare una panca, una misera culla, una povera sedia, piccoli lavatoi, piccole brocche di legno, piccole madie, dove di solito le donne impastavano al farina per la schiacciata.
Ecco cosa faceva Gesù di Nazareth nel suo paesino natale, per potere vivere, poiché Gesù era sprovvisto di tutto, anche degli arnesi fondamentali e indispensabili per potere lavorare.
Perché, qualcuno di voi potrebbe chiedermi, o Signore? Perché in tale miseria? Perché in tale completa, assoluta povertà?
Chi, o Signore, te l’ha fatto fare e perché?
Una volta io risposi a queste domande e vi dissi che l’amore, solo l’amore mi conduceva a questa scelta preziosa, alla scelta di una povertà assoluta, priva non solo dell’utile, ma addirittura dell’indispensabile.
Una cosa inconcepibile per la natura e la mente umana. Ed invece assai gradita alla mente divina, al punto tale da sceglierla e da contenerla interamente per sé.
E questo amore era l’amore del Padre verso il Figlio e del Figlio verso il Padre. Ma soprattutto l’amore di ambedue, del Padre e del Figlio, verso l’uomo, questa creatura tanto fragile, tanto misera, tanto vulnerabile, tanto impotente, tanto ottusa, tanto ignorante da non comprendere che appena, appena a un palmo del suo naso.
Ora, qualcuno mi potrebbe chiedere: Ma perché, Gesù, perché tutto questo nei riguardi di un uomo così vulnerabile, così povero, così debole, così ignorante, così ottuso, così come tu hai detto?
Certo, perché l’uomo potesse comprendere che i valori veramente validi, quelli a cui l’uomo deve tenere non sono quelli materiali, non sono quelli della ricchezza o del potere o dello stare bene o dell’essere agiati.
I valori validi, quelli a cui un uomo deve attenersi, sono soltanto i valori dello spirito.
Ecco che l’Uomo-Dio ha voluto calarsi in una forma di vita terrena talmente povera da essere addirittura misera, anzi miserevole o addirittura abominevole per molti di voi, considerando un abominio la miseria in cui si era costretti a vivere, io e Maria. Costretti per modo dire, costretti soltanto da qualcosa, che è al di sopra di noi, o per lo meno è in noi tale da dominare tutta la nostra essenza, e cioè costretti solo dall’amore. L’amore, questo grande vincolo benefico, meraviglioso, straordinario, che voi sulla terra non conoscete e che invece lega il Padre la Figlio il Figlio al Padre e il Padre ad ogni sua creatura terrena.
Ecco! Questo forse può darvi un esempio, una misura più abbondante di ciò che può essere e che è l’amore del Padre per ciascuno di voi. Ma non è sufficiente.
Allora è necessario che io, Gesù, ricorra ancora a ricordarvi come questo Dio, fattosi uomo, amò vivere oltre miseramente, amò vivere anche nella solitudine, amò vivere nell’abbandono di tutte le persone circostanti, perché, chi voi pensate tenga conto che si occupa o si preoccupa di una persona che voi qualificate pezzente o accattone, cioè una persona che vive in poveri panni, rattoppati e che vive quasi della elemosina del vicino.
Certamente nessuno.
Ebbene il mondo è stato sempre uguale, è stato, è e sarà sempre uguale. Naturalmente peggiorando in alcune sue manifestazioni, come la violenza, come l’abominio, come l’eccidio, come la cattiveria, l’egoismo, la perversione. Ma per il resto, i valori del mondo, cioè i valori ai quali il mondo ha sempre tenuto, sono stati sempre uguali e ricorda i valori che sono stati mai utilizzati e resi validi dal mondo sono sempre uguali: la miseria, l’abbandono, la solitudine, l’emarginazione, la povertà.
Queste sono le cose che fanno paura al mondo, che sono considerati dal mondo un abominio, qualcosa da evitare, assolutamente, da eliminare, da non avvicinare neanche solo per scherzo, perché tutte queste cose fanno grande paura, tolgono quella che è la sicurezza che è nell’uomo. Ed invece voi non sapete che la sicurezza dell’uomo è una sola, quella del Padre, quella dell’essere in Dio, di essere in lui, con lui e per lui. Ma, oltre questo, cosa può dirvi ancora dell’amore del Padre, se non la considerazione a cui io voglio portarvi stasera?
A proposito del fatto che quest’Uomo-Dio non fu contento soltanto di soffrire la miseria, l’abbandono, la solitudine, l’abominio e l’emarginazione, ma volle anche soffrire qualcosa di atrocemente grande, di atrocemente grave, di atrocemente terribile, il martirio della croce.
Oh! Voi sapete a che cosa serviva la croce. La croce era una condanna che era stata inferta e portata nel mondo ebraico dai popoli romani, i quali inchiodavano sulla croce tutti i malfattori, quelli cioè che si erano macchiati di vili reati e contro lo stato e contro la società.
Ebbene, quest’Uomo-Dio volle ed amò morire per voi, non solo, ma morire di croce, la qual cosa significa accettare una morte abominevole, una morte da traditore o per lo meno da ladro, da omicida, da uomo reietto dalla società e per la società.
Eppure questo Uomo-Dio non disdegnò morire sulla croce, là dove gli uomini della terra vollero inchiodarlo, considerandolo tale.
Perché lo inchiodarono sulla croce questo Gesù venuto nel mondo, perché lo inchiodarono lì e vollero che morisse lì su quella nera e povera croce di legno, ma certamente e solo per una sola cosa per l’amore, per l’amore che egli aveva portato e diffuso sulla terra, l’amore che Gesù ad ogni passo andava riversando su poveri malati, sui miseri, sui peccatori, sugli infelici, su tutta la popolazione più reproba, più malata e più sofferente. E questo amore era tale, era così grande, era così luminoso, così straordinario da fare morire di lividore tutti gli altri, tutti quelli che si dicevano appassionati difensori dell’uomo e della società, i quali invece, in realtà, impallidivano di fronte a questo straordinario Figlio dell’Uomo, possente, gigante dell’amore, che travolgeva ogni cosa ed ognuno nel suo grande, che è la manifestazione dell’amore del Padre ed anche del Figlio. E a questo amore fu l’unica accusa che poteva essere fatta al Figlio di Dio. E per questo amore egli venne inchiodato sulla croce, dagli uomini che non capirono o per lo meno capirono abbastanza bene, capirono in questo amore l’accusa, l’atroce accusa contro di loro, contro tutti coloro i quali non amavano, ma piuttosto odiavano, affannavano, opprimevano, distruggevano il debole, il povero, l’ammalato, l’angustiato, la vedova e l’orfano. E per questo motivo, quindi, inchiodarono, il Figlio di Dio, Dio fattosi Uomo.
Questo, ancora una volta, forse, servirà a voi a farvi comprendere quanto grande sia l’amore del Padre verso gli uomini..
Ora, considerate, o figlie mie dilette, che cosa sia il vostro amore, o per lo meno quello che voi chiamate amore, di contra e di fronte a un amore così grande, che non conobbe ostacoli, che non ebbe preferenze, che non pronunziò parole mai offensive, né cattive, se non esortando contro coloro i quali l’accusarono a torto e vilmente per denigrarlo, per accusarlo, per offenderlo? Ed anche allora le sue parole non furono mai delle parole che umiliavano, ma solo parole che servivano a scoprire a mettere in evidenze, i torti, i difetti, i vizi degli uomini, di fronte ai quali essi se avessero voluto avrebbero potuto rettificarsi. Sì, perché il Padre non denigra e non emargina nessuno.
Per lui tutti sono uguali, anzi siete uguali, chi più chi meno, solo è questione di amore, cioè l’amore del Padre è sempre uguale per ciascuno di voi, ma è chiaro che chi più lo ama, più in sé lo contiene. E’ come se di fronte all’amore del Padre voi veniste con dei contenitori. Chi ha il contenitore più grande ne comprenderà di più, chi ce l’ha più piccolo ne comprenderà pure amore del Padre, ma in minore misura.
Ecco, o figlie mie. Voi tutti ugualmente siete amati dal Padre, ma ricevete da lui tanto amore, quanto voi siete capaci di contenerne.
Amatelo questo Padre, senza misura, senza limite, senza alcuna incertezza, senza alcun “ma”, senza alcun “se”, senza alcun “perché”.
Abbandonatevi a questo amore che tutti regge, che tutti aiuta, che tutti sostiene e a cui tutti provvede.
Amen.
Io, Gesù, ho voluto così brevemente parlarvi di questo amore del Padre per intrattenervi così un po’ su qualcosa di straordinariamente grande di fronte a cui credo che neanche una biblioteca grande quanto il mondo potrebbe essere sufficiente a potere contenere tutta la grandiosità di questo sentimento. E l’ho fatto perché voi mancate di amore, mancate di amore verso i vostri simili e mancate di amore verso il Padre, che tutti vi ama.
L’ho fatto perché voi possiate riflettere, perché voi possiate comprendere, perché voi possiate compatirvi gli uni con gli altri, perché voi possiate apprendere che cosa significa amore.
Ogni qualvolta voi non amate, allora date via l’amore del Padre. Voi non accogliete il regno del Padre. Voi soddisfate solo alle vostre idee e al vostro io.
Quante cose voi non fate per il rispetto umano, per rispetto di voi stessi, della vostra dignità, del vostro modo di essere.
Oh, piccole, piccole creature, impalpabili intelligenze, incapaci di contenere (l’amore del Padre) … e di apprezzarlo ...
Sappiate almeno ascoltare ciò che voi avete ascoltate.
Ascoltate di nuovo ciò che è stato registrato, meditatelo perché queste locuzioni certamente non sempre ci saranno, ma finché ci saranno, voi tenetele care e tenetele per tutti coloro che vi stanno accanto, perché sappiano, perché capiscano, perché credano.
Amen.
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Ora, iniziate la preghiera di ogni giorno con il santo rosario della Misericordia e le due coroncine, quella delle piaghe e quella della divina Misericordia, a cui farete seguire la novena della Misericordia, e poi ci sarà il secondo momento della catechesi.
Io, resterò in mezzo a voi. Insieme a voi e con voi io reciterò le preghiere, parola dietro parola. Quindi non vi scomponete, non vi distraete. Cercate di rimanere a me uniti nel pensiero, nel cuore e nell’amore.
Sopra tutte te, o figlia mia diletta, che parli, che mi presti la tua voce, ti prego di non distrarti, ti prego di stare unita a me, Gesù, il Nazareno, poiché ho tanto bisogno di te. Ma tu, in questi giorni, dove tu sei? Con chi sei? Dove vai? Con chi vai? Perché, o figlia mia diletta? Io ti aspetto. Io sono sempre qui, con te, in te e presso di te.
Riprendi la tua strada, quella che altri ti hanno fatto lasciare. Riprendi essa ti riporterà subito a me. Nessuna distrazione a te è concessa, nessun riposo a te è concesso, ma solo e soltanto preghiera, sacrificio, digiuno, offerta.
Questo sei tu, o figlia mia diletta. Non dimenticarlo, o povera figlia mia.
Amen.
Io, Gesù di Misericordia, lascio la pace, vi do la mia pace.
Amen.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
3. – Preghiere di intercessione.
Io Gesù di Misericordia, vengo a voi, mie dilettissime figlie, per ringraziarti della preghiera che voi con tanto zelo e con tanto amore avete manifestato al Padre, al quale avete donato insieme alle vostre parole il vostro cuore e l’animo vostro.
Iddio Padre vi benedice nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Ora, o dilette mie figlie, io Gesù di Misericordia vi prego di continuare la preghiera, intercedendo per tutti coloro che io stesso vi indicherò.
Pregate per quelli i quali non credono, per coloro che odiano, per quelli che non si rallegrano dell’amore e della Misericordia del Padre.
Padre nostro … Ave Maria … Gloria al Padre …
Pregate per tutti coloro che amano i beni della vita, che amano cioè i piaceri del mondo, che amano i divertimenti, il lusso, le sfrenatezze, le imperturbabili voluttà che nelle cose terrene, perché il Padre abbia pietà di loro irradi sulla loro mente un raggio della sua luce divina per illuminare le loro intelligenze e intenerire il loro cuore rivolgendolo alle cose celesti.
Padre nostro …
Pregate adesso per tutti coloro i quali vivono nella tentazione del nemico di Dio, per coloro che cadono nel peccato, per quelli che sono afflitti nel corpo e nello spirito.
Padre nostro …
Pregate per tutti coloro i quali sono offesi da violenze, da ignominie, da accuse, da imperturbabile e sconvolgente odio.
Pregate per tutti costoro che sono afflitti nello spirito usate la vostra preghiera, affinché la misericordia del Padre possa abbracciarli e riempirli del uso amore e della sua pace.
Padre nostro …
Pregate adesso per tutti coloro i quali, essendo nel peccato e nella ignominia, si lasciano trascinare dal nemico di Dio in gozzoviglie, nella lussuria, nella violenza, nella caparbietà e nell’odio contro tutti e contro tutto.
Pregate perché il Padre celeste distribuisca in mezzo a loro quell’amore del cielo che possa toccarle il loro cuore e le loro menti e trasformale in tenera creta umana.
Padre nostro …
Pregate infine per tutti coloro che sono apostati, per coloro cioè che hanno rinnegato la loro fede, abbandonandosi al nero e oscuro ateismo, a tutte le forme sbagliate di religione, di filosofia e di dottrine perverse, sciagurate e mortali, perché apportatrici della morte dello spirito.
Padre nostro …
Pregate, adesso, per il vostro parroco, che, essendo a capo di una parrocchia nuova e piuttosto consistente, a causa di quelli che sono i suoi acciacchi, si trova in seria difficoltà.
Pregate perché la sua mansione possa essere condotta a termine, almeno fino a quando la volontà del Padre non avrà deciso diversamente.
Pregate per lui e per tutti coloro che sono i suoi più fidati collaboratori.
Padre nostro …
Ed ora, ognuno di voi formuli nel proprio pensiero e nel proprio cuore, la preghiera che ritiene più necessaria e nel contempo reciti insieme a me, Gesù di Misericordia, e alle sorelle presenti un Pater, Ave, Gloria.
Padre nostro …
Ed ora, io Gesù di Misericordia, vi saluto e vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
E vi dico: La pace sia con tutte voi.
Io sono la pace. Io vi dò la mia pace, la pace che il mondo cerca, ma che non riesce a trovare, perché questa pace non è del mondo, ma del regno del Padre mio.
Amen.
Questa pace che io sono venuto a portare nel mondo, rimanga in ciascuno di voi e con voi persista in tutto il vostro essere e in tutte le vostre azioni, fino alla fine.
Perciò, io, Gesù, vi dono la pace, che è del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, perché essa regni in ciascuno di voi, ora e sempre.
Ed ora io vi benedico, per un’ultima volta, fino a domani, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Domani, alla stessa ora, io, Gesù, vi aspetto tutte, insieme alle altre che oggi sono assenti per potere parlare a voi ancora una volta dell’amore del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
La pace sia con tutte voi, ora e sempre.
Amen.
Io, Gesù di Misericordia.
Amen.
4. – Alcuni chiarimenti per i presenti.
Dopo la preghiera.
Io, Gesù di Misericordia, a voi torno, o dilette mie amiche, e vi benedico, nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Vi ringrazio, o mie dilette, per la preghiera amorevole, paziente, trepida, che voi avete innalzato al Padre celeste, di cui ora voi osservate la santa e venerabile immagine. Essa vi domina, essa vi segue. Essa vi adora. Ponetela al centro della parete, dove è esposta la mia immagine, là dove poc’anzi la mia amica ha suggerito.
Io, vi benedico, o dilette mie amiche. E vi dico: La pace sia con voi.
Per quanto riguarda la registrazione di poc’anzi, sono stato io ad impedirla, non già perché io non voglio che altri ascoltino questa registrazione, ma perché essa potrebbe essere oggetto di critica e di biasimo per la sorella che parla, essendo una registrazione particolarmente difficile e non facilmente comprensibile. Essa andava ascoltata sul momento da quanti erano presenti. Gli altri non necessita che ascoltino poiché non era una registrazione molto importante per tutti coloro i quali non sono presenti alle locuzioni.
Ora, sappiate che, più tardi, dopo il rito della santa Messa, desidero che, dinanzi alla mia santa e venerabile immagine, venga condotta un’ora di adorazione, così come sempre da tempo voi ormai fate.
Questa adorazione sia condotta nella maniera più semplice che voi conoscete, tramite cioè il santo e divino rosario eucaristico, a cui farà seguito la santa e divina locuzione, che io stesso, non il mio divino spirito, ma io stesso, suggerirò alla sorella che parla.
La sorellina che parla, al momento è in uno stato di grande prostrazione e di particolare difficoltà, a causa di tutte le interpretazione cui è andata soggetta e alle quali lei non ha saputo sempre dare una spiegazione.
Le ultime si sono verificate sabato scorso, …
La sorella non se ne dispiaccia e non se ne prenda eccessiva cura, ma lasci che il Padre divino e santo sia convinto più che dalle sue parole da quelle dello Spirito di Dio. Egli già sa la mia risposta. Conosce bene ciò che già io gli ho detto, quando ho precisato che la conoscenza della sorella è una conoscenza determinata dall’alto e dal cielo e non dalla volontà degli uomini, ai quali è dato solo ascoltare nel silenzio e nella obbedienza ciò che alla sorella viene dettato dall’alto senza porsi dei perché e dei ma.
Egli … col tempo se ne convincerà, anche se già è ben convinto a proposito delle locuzioni, almeno di alcune. Egli si persuaderà del tutto non appena avrà un segno da lui tanto atteso e che voi tutti già conoscete.
Per quanto riguarda i dubbi e le incertezze nelle quali la sorella è sprofondata, io vi dico che la sorella, non ha mai commesso alcun errore né nelle locuzioni delle tre, né in altre locuzioni, se non quelli errori di cui lei stessa se ne resa conto, ma non per causa sua ma per interposizione del maligno.
La sorella possiede però già, del quale si può servire per riconoscere le locuzioni valide e quelle non valide.
La sorella oggi ha chiesto conferma circa il fratellino …