7. - Sull'amore ed esistenza del Padre.

 

Ma prima è bene che, come tutti gli altri giorni, io mi sof­fermi in mezzo a voi per una piccola e breve catechesi, anche questa sull’amore del Padre.

 

L’amore del Padre, o dilette mie amiche, è quanto di più grande, più infinito, più immenso e più straordinario esista, non solo per voi, che vivete sul pianeta terra, ma per tutti gli esse­ri extraterrestri che popolano l’immenso universo, l’universo stellato e interplanetario, di cui il Padre è il sommo Dio, il sommo Creatore, il Signore in assoluto.

Per voi, o figli della terra, tutto questo equivale a qual­cosa di chimèrico, cioé simile a un sogno, di cui voi sentite parlare, o attraverso la Scrittura o attraverso i libri dottri­nali, la teologia e ora attraverso questa breve locuzione, ma l’esistenza del Padre è un dato di fatto di fronte a cui nessuno può ritrarsi.

 

 

Se il Padre non esistesse, se il Padre, che è essenzialmente amore, non vivesse, non ci sarebbe nessuno a vivere e ad alitare nell’universo.

E’ lui che sommuove ogni cosa, ogni esistenza; la alimenta, la vivifica, la trasforma e la induce alla vita eterna.

 

Senza il Padre non sarebbe consentito a nessun essere di vi­vere, e non intendo soltanto la brevissima e misera vita che voi trascorrete sulla terra, ma intendo anche riferirmi a quella vita eterna, immutabile, straordinaria, perfetta e gioiosa, che esiste nell’alto dei cieli.

 

L’amore del Padre perciò è principio e fine di ogni cosa.

 

Il Padre è, come spesso si legge, l’Alfa e l’òmega  (pron. = òmega) di ogni cosa, il principio e la fine, perché, per chi non lo sapesse, l’Alfa e l’òmega sono la prima e l’ultima delle let­tere dell’alfabeto greco. L’alfabeto greco comincia con l’alfa e finisce con l’òmega. Tutto ciò che è racchiuso tra l’alfa e l’òmega comprende quei segni che trascrivono i suoni caratteri­stici necessari al parlare e quindi al comunicare.

Perciò il Padre è l’Alfa e l’òmega, poiché in lui è racchiu­so ogni segno ed ogni essenza della vita, ogni principio, ogni e­sistenza, ogni saturazione, ogni gaudio, ogni sublimazione.

 

Il Padre è, cioé il Padre esiste.

Il Padre esiste in quanto egli è.

Nessuno prima di Lui era, né alcuno dopo di lui ci sarà, am­messo che ci sia un dopo di Lui, poiché Iddio é e questo signifi­ca che egli è l’eterno presente, è l’eternità stessa, è l’essenza straordinaria che ha racchiuso, racchiude e racchiuderà ogni al­tra esistenza.

 

Senza il Padre voi non vivreste, senza Lui voi non capire­ste, senza Lui voi non sentireste, senza Lui voi non gioireste, senza di Lui ogni cosa è spenta, senza Lui c’è il buio, la vora­gine, l’impossibile, l’inesistenza.

 

Tutti questi sono concetti che voi ascoltate e apprendete man mano che la sorella le pronuncia, ma rimangono astrusi a voi, poiché la vostra intelligenza, pur essendo stata forgiata dal Pa­dre, per la sua comprensione, in atto è imperfetta, è incompleta.

La vostra intelligenza muterà dopo la transumanazione, col passaggio cioé da questa vostra vita all’altra, quella eterna. Allora la vostra intelligenza si completerà, trasformandosi e perfezionandosi in ogni suo aspetto.

 

Caduche, contingenti e perdute, sono le cose di questo mon­do; eterne sono le altre, quelle che vi attendono.

E’ sbagliato pensare che in questo mondo ci sia la possibi­lità di affermare il proprio spirito. Chiunque ha tentato di far­lo lo ho fatto senza Dio. Morendo la sua affermazione spirituale è morta con esso.

 

Nel mondo non è possibile vivere secondo il Padre.

Chi vive nel Padre vive fuori del mondo, non può appartenere ad esso.

Non sperate, perciò, di potere vivere nel Padre rimanendo nel mondo.

Tutto ciò che è nel mondo è sbagliato ed è frutto del nemico di Dio.

Chi rimane nel mondo con esso si perderà per sempre.

 

Annullate in voi ogni anelito a partecipare a questa vita terrena, tranne che nelle cose buone e giuste, volute da Dio. So­lo quelle siano da voi considerate e le troverete facilmente os­servando in voi e attorno a voi ciò che è nella giusta misura. Il troppo non è da Dio, ma dal suo nemico.

 

Chiudete, perciò, le vostre porte al mondo, che vi sobilla, che vi tormenta, che vi costringe, o pretende di farlo a compiere gesti, atti e forme di vita che non sono consentite dalla volontà del Padre, o meglio non sono contenute nella sua volontà, o meglio an­cora non sono in Lui.

Tutto ciò che è in Lui è vita, è pace.

Ciò che non è in Lui è morte, disordine, incomprensione.

 

La  pace è Lui.

Lui è la divina concordia.

Lui è l’amore.

Lui è l’esistenza stessa.

 

Chiudete al più presto ogni porta e ogni finestra che atten­tano alla vostra salute dell’anima.

Schiudete soltanto le vostre porte alla volontà del Padre, che tutto regge, tutto ordina e tutto vivifica.

Voi siete le sue pietre vive.

Voi siete le sue perle.

Voi siete i figli tanto ama­ti del mondo.

Amate il Padre e vi ritroverete in lui per l’eternità.

 

La volontà degli uomini non lo comprende e si estranea a Lui, credendo nei simili, fidandosi di loro, ma tutto questo si ritorce su essi stessi.

 

L’amore del Padre, per quanto grande, infinito e incommensu­rabile, lascia perfettamente libero ciascuno dei figli della ter­ra, lascia intoccate le loro volontà e le loro azioni. Ad ogni suo gesto deve corrispondere un altro (gesto) da parte vostra che sia e­sattamente identico, corrispondente, anche se molto di gran lunga minore, ma, se al gesto del Padre, si risponde con un gesto total­mente contrario, o non si risponde affatto, la lontananza fra il Pa­dre e voi si andrà sempre più accentuando fino ...

 

 

8. - Inchiesta PAS.

 

O figli miei, o carissime mie, sappiate che è l’amore del Pa­dre a permettervi di venire ogni giorno in mezzo a voi.

Fino ad oggi la sorella è stata sotto inchiesta da parte di un mio rappresentante ed è giusto che così sia.

 

A lei è stato detto che è fondamentale, è assolutamente cer­to che tale dono della locuzione non venga creduto, poiché è un’esperienza tutta personale; e questo è stato detto in modo molto saggio e accettabile; però, quanti di voi venite, saprete col tempo cosa questo dono della locuzione ha prodotto in voi.

L’albero si riconosce dai frutti.

 

 

9. - Le virtù necessarie.

 

L’amabilità, la mitezza, la dolcezza, l’obbedienza, la ca­stità, la pazienza e l’umiltà sono tutte virtù che non si trovano nel mondo, ma appartengono al regno dei cieli. Esse sono indi­spensabili per raggiungerlo.

Senza di esse a nessuno è consentito varcare la cortina che immette nel regno del Padre. Solo le parole di Lui, il suo santo Spirito, il suo amore profondo, che trapela attraverso le corde vocali della sorella, serviranno a rimuovere in voi tutte le op­posizioni e gli accumuli di quei veleni a cui siete stati esposti in un mondo contaminato, che offende, distruggendo la grazia che è Dio manifesta in ogni sua creatura che nasce.

Non dubitate, perciò, quando voi, ascoltando queste parole, sentirete la pace scendere in voi.

Non dubitate, perciò, quando voi, ascoltando, tornerete a casa rimesse a nuovo, modificate, trasformate, anche se, subito dopo, l’impatto con gli altri distruggerà in parte ciò che durante la locuzione il vostro spirito avrà assimilato; ma questa distruzio­ne sarà di per sè sempre più ridotta fino a non verificarsi più, se voi sarete capaci di rimanere in me, cioé di restare chiuse col vostro pensiero, e non soltanto col cuore, in me.

 

Solo in me sperate, o voi che vivete ...

 

... La vostra vita mi appartiene, poiché per essa io ho donato la mia. Ma tale appartenenza deve essere da voi voluta, accettata e condivisa.

Decidete ogni giorno, minuto dietro minuto, di chi voi vole­te essere, se di me o del nemico di Dio.

Il regno dei cieli è vicino, tanto vicino; è in voi ogni qualvolta voi lo riceverete, lo accoglierete ed edificherete in esso, con esso e per esso.

Lasciate, orsù, ogni altra trepidazione e cura, poiché c’é chi si cura di ognuno di voi e in misura di gran lunga più grande di quanto possano fare gli uomini, perché chi ha cura di voi è eter­no, immenso ed infinito, ed eterne, immense ed infinite sono tut­te le sue manifestazioni ed espressioni.

Gioite solo in Lui, tramite me, il Pastore benevolo, che rac­coglie continuamente le sue pecorelle per trascinarle al divino pascolo, fra un’erbetta molle e verdeggiante, satura di rugiada divina.

 

Chi è? Chi è sulla terra, capace di far questo?

Chi è? Chi di voi fa questo?

Solo la madre per il suo figlio, ma oltre questo nessuno al­tro poi.

 

Ora il Dio, il vostro Padre, è a voi Padre benigno e madre, al tempo stesso.

La sua maternità è immensa, è straordinaria.

In Lui esiste quell’anelito e quello zelo che è nelle madri, in o­gnuna di esse, però centuplicato e moltiplicato, nella misura in cui egli conserva in sé una maternità preziosa, eterna e infini­ta.

 

Curatevi, perciò, di essere a Lui gradite, perfette, così come è perfetto Lui, che ogni giorno fa sfavillare pun­tualmente, con una precisione e un ordine mai falliti.

Il Padre è benevolo e grandioso e attende ciascuno di voi, o figli.

Curatevi di lui.

Amen.

 

Ora vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spi­rito Santo.

Amen.

Io, Gesù di Misericordia, a voi, o figlie mie dilette.

Amen.

 

 

9. - Istruzioni o avvertimenti.

 

Ritorno dopo la preghiera.

 

Io, Gesù di Misericordia, torno a voi, o benedette mie fi­glie, e vi ringrazio per la preghiera che voi avete condotto di­nanzi al Padre.

La vostra preghiera amabile è salita fino al suo altare, al suo trono di gloria e di pace eterna.

 

Ora, o benedette mie figlie, io vi benedico nel nome del Pa­dre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. E vi dico: La pace sia con voi, sia col vostro spirito, ora e per sempre.

 

Prima di congedarmi da voi, è necessario che io vi dia due istruzioni o avvertimenti, che fra l’altro mi sono stati richie­sti dalla sorella che parla.

 

Il primo è relativo all'Ora santa di stasera che, essendo gio­vedì, si terrà in questa stanza, dinanzi alla mia santa e venera­bile immagine, come ogni altro giovedì accade già da tempo.

Dopo il canto o la recita del santo e divino rosario eucaristico, voi assisterete e ascolterete alla locuzione, dettata per­sonalmente da me, Gesù di Misericordia, che andrò a visitare la sorella che parla, la quale pronuncerà la locuzione così come da me voluta.

 

Voi assisterete a un fenomeno straordinario, nel senso che la sorella non sarà in condizioni né di intendere, né di capire, ma resterà come rapita in me, per cui sarà necessario che voi re­gistriate tale locuzione, perché possiate poi anche a lei farla sentire.

La sorella non perderà i sensi, ma sarà rapita in una forma particolare dal mio amore. In me essa rivivrà tutto l’amore che io ho per lei e per ciascuna creatura.

La sorella non abbia timore, poiché io l’assisterò con tutto me stesso e sarò per lei guida, compagno ed amore.

 

Per quanto riguarda poi la preghiera di domani, è stata fat­ta la proposta di unire i due Cenacoli, quello del venerdì sera e quello di Gesù di Misericordia.

Di questa proposta io sono molto lieto, molto contento.