IL NEMICO E’ FURENTE PER LA PRATICA DELLA QUARESIMA.

PREGATE SEMPRE CON DIVINA COSTANZA.

 

 

La pace sia con voi. Pace, fratelli e sorelle, pace.

Pace dal più profondo del cuore, pace con tutto il mio amore.

Sono sceso, ora, sulla terra a condurre a voi questa pace mattiniera che il Padre vuole, rimanda presso voi fino a sera.

Il mio giogo, in questo tempo, è molto pesante perché, su di me, si posano le alterigie, gli affanni, le incredulità, le idolatrie e tutte le altre cose che vuole quello là. Egli dissotterra sempre nuovi cambiamenti per trascinare avanti, fra gli stenti, i figli del Padre.

Questo periodo di grande orazione, di abbandono supremo e totale in quella che è la pia devozione della santa e divina quaresima, irrita il nemico di Dio e lo rende davvero furente e trascinante avanti, sempre avanti, coloro che gli cadono davanti. Non si arrende neanche un poco e va portando, a manca e a destra, tutti coloro che, con ira funesta, egli colpisce per far sì che a terra cadano e, piombando in mezzo all'uragano, soffrano guai e pene, tutto, a tutto spiano. Egli non ha né pace, né amore, perciò, il suo continuo andare fieri alla ricerca di coloro che egli incontra, è un vagare costante che non consente, ad alcuno, di aver un po' di riposo.

 

Perciò, in questo periodo, per me, o figli miei, è sofferenza, dolore e tanta, tanta pazienza perché colui che non è distoglie da me i figli miei, anche i più cari, anche coloro che, di solito, stanno sempre insieme a me, in pia e devota orazione. Egli conosce l'animale, la bestia feroce ruggisce proprio quando uno sta male e, durante la quaresima, non si può restare indifferenti al dolore che porta Gesù a soffrire nel profondo del cuore.

Perciò, maggiormente, funesta e molesta coloro che hanno giù la testa in santa e divina penitenza.

Io dico a voi queste cose perché voi abbiate ad aver coraggio, forza ed anche conoscenza, perché così non proviate maggiore pena di quella che di solito egli a voi mena.

Pregate sempre con divina costanza, pregate con ogni esultanza, pregate al mattino, a mezzogiorno, a sera ed, anche, durante la notte, quando il sonno non impera. Io, chiamato dalla vostra voce, a voi accorrerò in vostro aiuto e sostegno ed io vi darò quella forza necessaria al combattimento che, senza di me, sarebbe per voi un vero, atroce assorbimento del male funesto che, ogni dì, si disserra dal centro della terra.

 

Pregate, pregate, sì, tenendovi l'uno con l'altro nella mano.

Pregate con grande fratellanza, con amore e con divina costanza.

Pregate per coloro che sono traviati, pregate per quelli che sono derubati della fede e della speranza, pregate per quelli che non hanno esultanza, ma solo sofferenza nel profondo del cuore; pregate per chi non ha più decenza e si accanisce nel peccato, pregate per la Chiesa Santa che spesso ruina a destra e a manca.

Pregate, insomma, per tutti coloro che stanno sulla terra perché, fin quando si rimane costà, allora è temibile l'attacco di colui che sempre ce la fa a prendere in giro e a roteare intorno ai figli cari, distruggendo in essi la speranza dell'amare.

Chiudetevi nella vostra spiritualità, chiudete le finestre, chiudete le porte e fate l'utile silenzio, che è tanto più necessario, quanto più egli cerca riparo nella parola e nella chiacchiera, nella faccenda e nell'attacco, poiché voi lo sapete che il silenzio a lui non è caro. Il silenzio è espressione di povertà, di ubbidienza e di grande umiltà, perciò voi lo capite bene che, con simili armi, lui destreggiar non sa perché egli è all'incontrario: disobbediente, superbo e atrocemente amaro.

Pregate, poi, con in mano la santa corona che è del rosario, la corona santa della Madre mia, la dolce Vergine Maria. Ella, contro gli assalti di colui che è funesto, chiamata è stata dal Padre, dal Figlio e dallo Spirito Santo.

In ogni eventualità, la Vergine santissima eccola qua, essa è sempre pronta con la sua dolce voce, con il suo amore materno, a carezzare il vostro cuore.

Chiamatela, la Madre mia, la dolce Vergine Maria: ella vi soccorrerà, ella vi sosterrà, ella eluderà gli attacchi di colui che, su di voi, prevalere vorrà. E poi, andate sempre a casa mia e pregate, pregate così come faceva Maria che si recava, ogni dì, al tempio del Padre. Pregatela dinnanzi all'altare, perché io, scendendo dal cielo a santificare la santa mensa, possa così, insieme a voi, votare il sacrificio dell'Eucaristia per tutti coloro per i quali prega Maria.

 

Ora, esaudite la mia preghiera.

Rivolgete al cielo, come ogni sera, la santa e divina corona della Santa Misericordia che, dal cielo, scende su ognuno di voi che, ad essa, il cuore suo accorda.

Io, Gesù, ritornerò in mezzo a voi subito dopo la preghiera per donarvi pace, conforto, riposo, dolcezza e amore, sino a sera.

Amen.

Pregate, figlioletti miei cari. Io vi consolerò, io vi ristorerò, io risanerò tutte le vostre ferite, ad una ad una, anche se sono incallite.

Non temete, figli miei adorati, poiché, nel mio cuore, io vi ho già ricoverati, ad uno ad uno.

Toccate i grani della corona della Mamma mia e, ad ogni Ave Maria, io stenderò sul capo vostro la mano mia.

Amen, amen, amen.

Pace, pace a voi.

Io, Signore Gesù, l'amore vostro, sono quaggiù.

Amen.

 

 

APOTEOSI ALLA GRANDEZZA

E MAGNIFICENZA DI DIO.

 

(Salmo 9: Dio trionfatore sugli empi – Osea, capitolo I, versetto VI).

 

Io, il Signore, ritorno a voi, o dilettissimi miei. Vi ringrazio per la preghiera che avete innalzato, tutti assieme, al Padre che è nell'alto dei cieli.

Ora, voglio iniziare subito a commentare i passi che sono stati profetizzati, cominciando dal salmo.

Il salmo che è stato letto è un inno, anzi, un’apoteosi alla grandezza e magnificenza di Dio creatore e salvatore.

Chiunque confida in Lui non sarà mai confuso.

Chiunque in Lui rivolge la sua fiducia, verrà da Lui ascoltato ed aiutato.

Questo salmo è stato a voi profetizzato perché, in questo particolare periodo della santa e divina quaresima, in mezzo a tutte le vicissitudini e alle difficoltà nelle quali potrete venirvi a trovare, da ora in ora, da giorno in giorno, non abbiate mai a scoraggiarvi.

Basta che voi rivolgiate anche un solo pensiero di fiducia e di completo abbandono nelle braccia del Padre, egli vi soccorrerà e vi libererà da colui che non è, dal male, cioè, che vuole inocularsi in voi tramite la persecuzione, tramite l'opposizione, tramite, insomma, tutte quelle armi subdole, nefande e meschine che sono da lui utilizzate.

I fratelli o le sorelle che saranno qui, davanti la vostra porta, o che vi fermeranno lungo la strada o che solleciteranno, tramite conversazioni improvvise, alcuni discorsi sulla chiusura del cenacolo, siano da voi amati, siano da voi rispettati, siano da voi accolti con profonda ed infinita carità, perché voi già lo sapete: essi sono strumento, semplicemente strumento, di “colui che non è”. È “colui che non è” che voi dovete aborrire, che voi dovete perseguitare, che voi dovete evitare in ogni campo e in ogni caso. Ma la persecuzione contro “colui che non è”, va fatta solo in un modo, non scagliando contro di lui parole nefande o accuse, ma, soltanto, con la preghiera. Infatti, innalzate, dinnanzi ad ogni difficoltà e ad ogni tribolazione, l'altissimo canto al Padre che è con il “Gloria al Padre al Figlio allo Spirito Santo, com'era in principio ed ora e sempre, nei secoli dei secoli. Amen”.

L'altra preghiera suggerita che a lui non è gradita è il Pater Noster, l'altra ancora l'Ave Maria.

Queste sono le armi con le quali voi dovete perseguitarecolui che non è”.

La persecuzione va fatta, infatti, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo ed è soltanto in questo modo che la biscia rovente e il dragone di fuoco fuggirà, perché qualsiasi altra parola da voi detta, anche la più violenta o la più offensiva, non lo lederà nemmeno.

Considerate di avere davanti a voi un drago dalle mille teste e dalla coriacità così forte da non potere essere colpito da nessun proiettile o da nessuna freccia o lancia.

Pertanto, soltanto i dardi della preghiera, sappiate che saranno quelli che non resteranno spuntati in quanto, essi, sono destinati a fare centro.

Questo che vi dico sia tenuto da voi in grande conto.

È, questo, un insegnamento che voi dovete apprendere e tenere caro.

Mai rispondere al dragone con parole umane, ma soltanto con quelle divine. Per cui un’altra risposta può essere: “Vai via Satana, non tentare il Signore Dio tuo”.

Sta scritto, infatti, così nel libro del mio Vangelo.

 

Un’altra espressione che può essere da voi usata è questa: “Vai via, Satana, poiché io sono del Padre, del Figlio e dello spirito Santo. Amen”.

 

 

Nella pace ogni sovrumana virtù.

 

Pace a voi. Pace.

Ritorni la pace nel vostro cuore.

Siate sempre nella pace, o amici miei, poiché la pace stessa è, per lui, condanna atroce. Vedere una creatura nella pace è sofferenza per “colui che non è” poiché, esso, ama vedere gli spiriti affranti, gli spiriti sofferenti, gli spiriti impauriti, gli spiriti afflitti, gli spiriti, insomma, danneggiati da qualsiasi cosa. Perché qualsiasi cosa danneggia lo Spirito, tranne che la pace. Poiché nella pace c'è l'amore, nella pace c'è la speranza, nella pace c'è la fede, nella pace c'è la pazienza, nella pace c'è la carità, nella pace c'è ogni sovrumana virtù che rende ogni creatura nella pace e, quindi, invulnerabile.

 

Ora continuiamo in quello che è il commento degli altri passi.

Seguono i passi di Luca e di Marco, nei quali è detto che grande folla si trovava dinnanzi alla casa dove, si legge in Luca, un paralitico era stato guarito, si legge in Marco, soltanto di una grande folla che si assiepava dinnanzi alla porta della piccola casa dove lui sostava, Lui, il Figlio di Dio. Questi due passi sono stati profetizzati perché voi sappiate che grandi cose attendono questi luoghi. Grandi cose accadranno in questa piccola casa dove non l'inganno, né la superbia, né l'alterigia, né la vanità, né la lussuria, né alcun’altra impresa che non sia da Dio, albergano. Qui l'umiltà, qui la prudenza, qui la saggezza, qui la sapienza, qui la carità, qui la verità, qui la sofferenza, qui la penitenza, qui tutto ciò che è necessario per arrivare al trono di Dio e, perciò, qui sarà luogo di grande gioia, qui sarà luogo di grande fioritura di miracoli e di grazie mentre, allora, una grande folla si assieperà intorno alle porte, contro gli stipiti, poiché non ci sarà proprio più posto neanche per un ago. Ma questo verrà nel tempo, attraverso il tempo.

Perora necessita che voi, sì proprio voi, quelli che rimanente chiusi in questa casa quasi tutto il pomeriggio, soffriate. Necessita che voi possiate poenitere, che voi possiate offrirvi alla eterna grandezza del Padre perché gli altri possano godere.

La verità è che Dio, Dio, Dio, capite? Dio grandissimo, potentissimo, fortissimo, onnipossente, scende ogni giorno, in questa casa. Beati coloro che hanno, tutto questo, compreso.

Beati coloro che dedicano la loro vita all'ascolto e alla comprensione della parola di Dio. Egli è con loro. Egli non li abbandona. Egli scriverà sul loro cuore il nome “salvezza”.

 

Riunite, intorno a questo cenacolo, tutte le vostre forze, tutto il vostro bene, tutto il vostro perdono e tutta la vostra dolcezza, tutta la vostra mitezza, tutto ciò di cui voi siete capaci di compiere, in atto, nel nome supremo dell'altissimo Iddio e, a voi, egli, dall'alto del cielo, renderà grazie e manifesterà la sua compiacenza. Ma guai a coloro i quali, contro questa casa e i suoi abitanti, si scaglieranno: essi saranno divorati dal nemico di Dio, dal dragone infernale ed, allora, sì che, insieme al libro di Osea, tutto ciò che da costoro sarà partorito, sarà un parto non gradito e il Signore Dio, dall'alto del cielo, castigherà colei che l'ha concepito dicendo che il suo nome è non amata, non desiderata, non voluta, non accettata perché non oblata all'altissimo, grandissimo Iddio nella sofferenza, nel digiuno, nella mortificazione, nella penitenza, nel servizio totale della propria vita, ma oblata a colui che non è perché invaghita dal lusso e dall'applauso del mondo.

Amen.

Così, oggi, le profezie.

Domani sarà un’altra scelta, domani si compirà fra voi un’altra locuzione e, perciò, un’altra missione.

Io, Gesù, ho concluso.

Io, il Signore, vi ho ammaestrati.

Ritenete chiusa, nel vostro cuore, la mia Parola che io ho seminato in voi e rimanete nel silenzio, nell'ascolto di questa Parola che è scesa, portata dagli angeli, ad inebriare e a trasformare il vostro povero, piccolo, grande cuore e poi, quando esso sarà cresciuto, quando esso si sarà trasformato, io tornerò a prenderlo e lo porterò con me, definitivamente, lassù, dove non c'è pianto, dove non c'è sofferenza, dove c'è soltanto amore.

Nell'attesa, pregate, nell'attesa sperate, nell'attesa amate.

Chi e quando? Tutti, sempre, in ogni momento, per qualsiasi cosa e, qualsiasi cosa a voi facciano, amate.

Nessun’altra cosa voi siete chiamati a compiere se non amare.

Amare tutti, sempre e in ogni momento perché soltanto l'amore trascina, soltanto l'amore trasforma, soltanto l'amore distrugge il fuoco, il terribile fuoco che avvampa i focolai, sempre più crepitanti, e incendia le vostre case, le vostre persone, distruggendole.

L'amore, invece, è vita. L'amore è acqua di ruscello chiara.

L'amore è frescura, l'amore è riposo, l'amore è dolcezza, l'amore è quiete.

Donatelo, questo amore, e vedrete il mondo liberarsi dalla piovra terribile che è il flagello di Dio. Io l'ho detto e lo ripeto, vi ho assisi su un trono che non è di pietra, né di oro, né d' argento, né di diaspro, ma è il trono del Padre mio. Là vi ho seduti. Lo rendo per voi, donando a voi tutto della mia vita, poco a poco, fino all'ultimo goccio di sangue e, dopo che vi ho assisi su quel trono santissimo e gloriosissimo, io, Gesù, sono ritornato al cielo, felice ed ora non perdetelo, questo trono meraviglioso, ma conservatelo in voi. Esso sia mezzo, strumento di salvezza per tutti gli altri perché tutti devono essere salvati, tutti devono essere rendenti, tutti devono essere sublimati, elevati alla grandiosità del cielo. Io vi ho assisi su quel trono donando me stesso: fate anche voi.

Assidete gli altri sullo stesso trono donando tutto di voi, tutto ciò che avete, dalla cosa più piccola alla più grande.

Non temete! Tutto, dico tutto, e più di ciò che voi donerete a voi sarà ripagato con la felicità eterna che vale molto, molto di più delle piccole, stupide inezie che voi potrete dare sulla terra.

Ed ora, addio.

Ed ora, addio. Violette, violette. Coprite di violette il mio altare. Copritelo al desinare, copritelo la sera, copritelo di notte, sempre. Le violette profumate, le violette, le violette dolcissime, il primo fiore di primavera.

Io vado, io vado.

Io torno domani e, poi, posdomani e, poi, sempre, fin quando ci sarà una sola creatura che, qua, in me crederà.

Vi bacio, vi benedico e vi dico, animucce mie, io vi amo.

Io vado, ma vi porto con me, tutte nel mio cuore perché io sono il vostro Signore, sono l'altissimo Iddio, sono solenne, sì, ma vero e non mistero, ma semplice, mite e tenero con ciascuno di voi, con tutti purché voi mi amiate, purché mi preserviate dall'attacco di colui che non è.

Amen.

Adesso si aprano i cieli.

Adesso io salgo e porto con me ognuno di voi che è venuto all'ascolto.

Amen.

Pace a voi. Pace. Pace solennissima, pace fraterna, pace amabile, pace dolce, pace venerabile, pace adorabile, pace, osanna, pace e osanna, osanna e pace.

Amen, amen, amen.

Io, Gesù, l'amore, la vita, l'eternità. Amen.

 

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030191 CsB Meeting o 310191B

 

LA PACE E’ LA COSA ESSENZIALE PER AGIRE.

 

Io, Gesù, l'amore vostro, l'amore del Padre incarnatosi nella terra, vi benedico, vi bacio, vi pongo, ognuno di voi, sul mio cuore e vi dico: pace a voi.

Pace. Pace, liberazione e pace.

 

Liberate l'animo vostro dagli intrighi, dai sortilegi, dalle arruffate situazioni del mondo e guarnitelo della benefica semplicità che è del Padre e del regno dei cieli.

Unitevi, unitevi a me. Unitevi, o voi tutti che aspettate dal cielo la manna di ogni giorno. Solo così comprenderete l'alto significato di ogni parola santa.

Curate questo cuore, liberatelo e guarnitelo di me. Guarnitelo del mio amore, guarnitelo della mia amistà, guarnitelo della dolcezza che, dagli angeli santi, scende copiosa su ciascuno di voi.

Ieri, nel tempio santo del Padre, abbiamo osannato a Lui, adorando la creatura che è figlia sua, opera delle sue mani, creata a sua immagine e somiglianza e, questa, è stata la parte comunante della locuzione che ha voluto racchiudere in sè tutto il significato del lungo discorso compiuto ieri, dinnanzi all'altare del Padre, mensa imbandita per ciascuno di voi.

La locuzione di ieri (lo dico per le sorelline che erano assenti e che, certamente, avranno tribolato tanto per non essere presenti là, nel punto dove io le ho attese), la locuzione di ieri è stata una locuzione sul principio rivolta, essenzialmente, ad amare la pace.

 

La pace che è la essenziale cosa senza la quale non è possibile, per nessun uomo, potere erigere anche il benché minimo oggetto, cioè, il benché minimo suo piano.

Senza la pace l'uomo è inaridito, senza la pace l'uomo è sguarnito, senza la pace l'uomo è una creatura destinata ad infrangersi e a capovolgersi.

La pace, perciò, è la nota essenziale che costituisce l'uomo così come è stato ideato, congegnato e creato dal Padre mio.

 

Poi si è passato a chiamare, nei vari suoi significati ed aspetti, la parola pace con altrettante altre parole o determinazioni che servono ad indicare nella pace i suoi significati e i suoi molteplici aspetti.

La pace, abbiamo detto, è amore, la pace è verecondia, la pace è amistà, la pace è perdono, la pace è sottomissione, la pace è unità, la pace è povertà e, così di seguito.

Abbiamo poi detto che nessuno può vivere nella pace del Padre se non vive secondo lo Spirito, poiché è lo Spirito che eleva al regno dei cieli mentre la carne fa vivere nella crapula e nel vizio e, mentre gli efferati effetti della carne sono le risse, sono le invidie, sono le crapule, sono le sedizioni, sono gli odi, le vendette, le gelosie, gli effetti dello Spirito sono l'amicizia, la pace, il perdono.

L'elevazione o sublimazione, la speranza, la verecondia, la sottomissione e, quindi, l'obbedienza che non è l'ultima fra tutte le virtù ma, anzi, è una delle prime che, in sé, raccoglie moltissime di tutte le altre.

L'obbedienza, vedete, è segno e significato di quell'uomo che è stato creato, ideato e congegnato dal Padre.

Chi disobbedisce è Satana. Quindi, colui che disobbedisce ha, in sé, ormai, legami ristretti con Satana e la sua corte.

Chi obbedisce, invece, è secondo Dio.

L'obbedienza, perciò, è tangibile per chi vuole esaminare e comprendere da che parte sta una creatura, se da parte del bene o da parte del male.

Obbedire a chi? Obbedire come? Obbedire quando? Obbedire a chi.

Obbedire a chiunque sia al di sopra di voi, in qualsiasi situazione e ambiente voi vi troviate.

Perciò, le mogli siano obbedienti ai mariti, i figli siano sottomessi ai genitori, così ognuno di voi, che costituisce una cellula vivente della mia Chiesa, sia obbediente, prima, al parroco e, poi, a tutti gli altri rappresentanti che di questa mia Chiesa costituiscono l'alto Clero.

Quindi il Vescovo e l'Episcopo e poi, ancora, l'Episcopo di Roma, il Papa, il mio Vicario sulla terra. Chi non obbedisce al Papa non è da me.

Allora, voi mi direte: “ma tutti coloro che sono separati da noi (i fratelli scismatici e, cioè, io mi riferisco agli evangelisti, ai greco-ortodossi e, via via, a tanti altri) che cosa sono, Signore? Da che parte stanno?”

È certo: non stanno dalla mia parte. Essi sono nella suppura del male poiché, senza obbedienza, non può esistere Dio.

Dio è colui che è ed è colui che, essendo tale, ha costituito di per sé l'obbedienza, perciò non può essere da Dio chi non è nell'obbedienza.

L'obbedienza è nata con colui che è, se possiamo dire che Dio sia nato, ma Dio non è nato, Dio è sempre esistito.

Il Figlio suo Unigenito da Lui è stato generato.

Ora, vedete, colui che è non può non aver costituito egli, di per sé, l'obbedienza perché, essendo ogni cosa da lui precostituita e da lui sistemata ed organizzata in maniera tale da consentire quell'ordine armonico da lui prestabilito, l'obbedienza è la parte indefettibile che ogni minuscola cellula del creato deve obbedire e deve osservare per potere far sì che l'opera di Dio sia eterna, costante e consapevole.

Ora, colui che non obbedisce non è da Dio.

Perciò, non sono da Dio gli evangelisti, non sono da Dio tutte le sette in cui essi sono suddivisi. Non parliamo poi dei settari come i testimoni di Geova i quali non sono, certamente, neanche cristiani. Non che gli evangelisti possano essere definiti tali, ma, per lo meno, essi hanno del cristianesimo alcune caratteristiche.

Non sono da me, poi, i greco-scismatici e gli ortodossi i quali non riconoscono nel Papa il vicario di Dio sulla terra e il capo, quindi, dell'unica Chiesa, quella da me istituita e affidata a Pietro.

 

Ora, se di questo io vi parlo, ve ne parlo perché voi ne siate al corrente, perchè voi comprendiate, perché voi conosciate, perché voi non vi lasciate fuorviare da determinate considerazioni e da altre ulteriori scissioni.

Gli evangelisti, i quali si perpetuano cristiani, i quali annullano la presenza della Madre mia, e già questo è gravissimo, in quanto la Madre mia è al centro di quella che è la Santissima Trinità, Padre, Figlio e Spirito Santo, ed è, insieme a me, la corredentrice del genere umano. Gli evangelisti sono responsabili della disobbedienza al Vicario di Cristo e, quindi, della creazione di una sottochiesa, per così chiamarla, di una chiesa di second’ordine che si è andata sempre più sviluppando e che è andata prendendo corpo, via via, senza rendersi conto della grave difficoltà che in essa esiste e che consiste, esattamente, nel fatto che dalla disobbedienza non può nascere unità.

Ora, essendo centralizzata la mia Chiesa nel Vicario di Cristo e, quindi, in colui che è venuto dopo Pietro, chi si distacca, chi non obbedisce a lui, non può trovarsi unito a “Colui che è”, al Dio e al Figlio suo unigenito, la cui volontà è stata, come voi sapete, quella di creare una Chiesa che avesse a capo un suo rappresentante. Pietro lo fu per primo e, dopo di lui, tantissimi altri.

Dalla disobbedienza, quindi, non può nascere alcuna unità e, quindi, non può esserci alcuna verità. Non essendoci verità c'è la bugia, non essendoci verità c'é la fandonia, non essendoci verità c'é tutto ciò che c'é di blasfemo, non essendoci verità c'é la oscenità.

Che cosa intendo per oscenità? Per oscenità intendo tutto ciò che è stato detto ed è stato scritto dal Padre mio, con il suo dito, e che, invece, viene infangato, viene maltrattato, viene turlupinato e trasformato dagli uomini del mondo i quali si arrogano il diritto di chiamarsi fratelli e di dirsi pastori nel senso, cioè, che custodiscono le mie pecore. Ma chi ha dato loro questo compito? A chi è stato dato il compito? Voi lo sapete bene e c'è, in mezzo a voi, chi ha questo compito perché è assimilabile a tutti gli altri.

Fuori da questo, non ci sono altri pastori.

I miei pastori risiedono nella Chiesa santa di Dio, in quella che ha come centro e come fulcro il Papa, il Vicario di Cristo e, quindi, di me stesso sulla terra. Amen.

 

Perché io vi dico queste cose? Lo ripeto: perché voi non possiate essere fuorviati, perché voi non possiate essere condotti fuori dalla linea del giusto, da fasulle interpretazioni nelle quali, magari, sareste portati a credere in buona fede.

Non c'é buona fede in coloro i quali sanno perfettamente che un solo mandato da me è stato dato e, questo, è stato dato a Pietro e agli apostoli miei santi.

Amen.

…..

 

Ora dirigete il vostro cuore verso di me e, quindi, verso il Padre, per la preghiera di ogni giorno.

Amen, amen, amen.

La pace sia con voi.

Io, Gesù, Gesù di Misericordia.

Amen, amen, amen. Io, Gesù, torno in mezzo a voi.

Vi ringrazio, o anime mie belle, del canto soave, ritmato che voi innalzate sino al cielo. Vi ringrazio, o mie dolcissime e deliziose farfalle. Vi ringrazio perché non abusate del vostro coro ma, ingentilendolo, l'andate sempre più approfondendo, conducendolo, sempre più, all'interno del vostro animo. La vostra deliziosa preghiera, da qualche giorno colpisce in profondità il mio cuore, che è inaridito a causa di tutte le violenze e del male che c'é nel mondo. Perciò, io sosto volentieri in mezzo a voi, perché la vostra preghiera ingentilisce il mio cuore, rafforza la mia speranza e mi lascia sedurre dalla vostra benevolenza. Continuate a pregare ogni giorno, così come avete fatto sino ad ora ed, ogni giorno, io, puntualmente, tornerò in mezzo a voi.

Oggi che è il primo venerdì del mese, ho chiesto a tutta la Chiesa riparazioni, riparazioni, riparazioni, contro gli abusi di violenza perpetrati a danno di Dio e a danno dei fratelli.

Ho chiesto offerte, infinite offerte, perché cessi la guerra, perché torni la pace.

Ho chiesto mortificazioni, digiuni e silenzi perché, così, possa esser messo a tacere l'ululato di Satana che trova riscontro nell'abbaiare di quel cannone che là, nel Golfo Persico, non cessa di vomitare fuoco.

Ho chiesto, alla Chiesa mia Santa, peregrinazioni perché si possano convertire tutti i fratelli che sono disgiunti da essa. Sì, quelli dei quali, pocanzi, ho parlato: gli evangelisti, i greco-scismatici, gli ortodossi. Essi non sanno il pericolo in cui incorrono, il danno verso cui essi vanno perché, chiunque di essi muore in questo stato, non può salvarsi e non può entrare nel regno dei cieli. Essi questo non lo sanno e credono di essere, anzi, proprio loro i depositari della mia Chiesa. Però, essi non sanno che tutto questo non è così.

Depositari della mia Parola sono i miei apostoli santi che hanno, nel Papa, il primo rappresentante verso Dio e verso gli uomini.

Continuate, perciò, a pregare perché essi si convertano, perché essi si uniscano prima che avvenga la completa fine perché, continuando così, non ci sarà soluzione di continuità e, perciò, saranno destinati al fuoco eterno. Nessuno, nessuno, dico nessuno che non entri a far parte del santo cenacolo di Pietro può entrare nel regno dei cieli.

Perciò, io vi prego di innalzare la vostra preghiera per quella che è l'unita, perché tutti aderiscano intorno a un solo pastore che è il vero depositario della parola di Dio.

Ora, io vi benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e vi dico pace, pace fratelli e sorelle mie.

Pace, pace a tutto il mondo, pace a voi che, così carine e deliziose, state accovacciate intorno all'altare mio santo.

Io vi benedico, io vi resto accanto.

Ora vado, lo sapete dove e poi torno.

Vediamo, questa notte, chi si farà trovare al mio ritorno.

Amen.

La pace sia con voi.

Io, il Signore, l'eterno amore, vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.

Amen, amen, amen.