Omelie a cura di Don Marco Pedron

The Gospel of the Sunday homily, followed by.
 

 

 

Domenica 26 febbraio 2023

Dal vangelo secondo Matteo 4, 1-11

4,1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l’uomo,ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». 5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti: Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra». 7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche: Non metterai alla prova il Signore Dio tuo». 8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vàttene, Satana! Sta scritto infatti: Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto». 11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Parola del Signore

 

 

 

1 Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo.

ALLORA=questo “allora” pone in continuità questo episodio con quello precedente: il Battesimo. Gesù nel Battesimo viene riconosciuto da Dio come “il Figlio prediletto” (Mt 3,17; versetto precedente).

In Gesù c’è Dio: non solo Gesù è come Dio ma Dio è come Gesù. Cioè: se vuoi vedere Dio guarda a Gesù, a cosa ha fatto, a come ha vissuto, a cosa ha detto.

Questo mette in luce due cose: 1. Conoscere il vangelo. La nostra fede a volte è fatta di idee, di cose tramandate, sentite dire, ma non si basa sulla conoscenza diretta del vangelo. Ma se un cristiano non conosce il vangelo, non conosce Dio. L’evangelizzazione deve partire dal vangelo.

2. Che le tentazioni non sono una situazione da evitare ma un passaggio necessario per ogni uomo. Gesù appena uscito dalla pienezza di Dio viene buttato da Dio stesso lì. Bisogna passare per di lì. Bisogna passare perché sono un passaggio evolutivo per la nostra fede. Non sono belle, ma necessarie.

 

NEL DESERTO=perché nel deserto? Cos’era successo al popolo ebreo nel deserto?

Nei quarant’anni di deserto il popolo viene continuamente messo alla prova per vedere se ciò che dice (“Crediamo in Dio”) è vero o no. E il popolo farà esperienza a più riprese di credere in Dio a parole ma non con i fatti.

Gesù è il nuovo popolo, il nuovo Mosè, che va di nuovo nel deserto: per questo ci sta quaranta giorni. Mt di certo non poteva dire che c’era stato quarant’anni, ma è chiaro che i quaranta giorni sono il parallelo dei quarant’anni del popolo nel deserto.

Il popolo ne uscì sconfitto molte volte (vitello d’oro, ecc.): Gesù ne uscirà vincente.

Questo episodio viene messo in tutti i vangeli all’inizio dell’attività pubblica di Gesù, non tanto perché si riferisca ad un determinato periodo storico (quaranta giorni), ma perché riguarda tutta la vita di Gesù. Non è che finiti i quaranta giorni il diavolo se ne sia andato: c’è stato sempre, dall’inizio alla fine. Gesù ha sempre avuto, cioè, la possibilità di fare delle altre scelte.

 

NEL DESERTO=in Mt il diavolo compare solo qui: nonostante ciò che a volte si crede, il diavolo nei Vangeli ha un ruolo estremamente marginale. In Mt c’è solo qui.

 

2 Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame.

DOPO AVER DIGIUNATO=il digiuno di Gesù non è un digiuno religioso (che Gesù non farà mai!) ma è una prova di forza che lo mette alla pari di Mosè. Cos’era successo infatti con Mosè?

Mosè prima di ricevere la legge da Dio sul Sinai, digiunò quaranta giorni e quaranta notti (Es 34,28). Mosè digiuna per ottenere la Legge di Dio. Gesù, invece, digiuna per mostrare che Lui è il Nuovo Mosè.

Mt aggiunge “e quaranta notti”. Sembra un particolare irrilevante ma non lo è. Infatti Mosè digiunò solo quaranta notti perché il digiuno religioso, quello imposto dalla legge, iniziava all’alba e terminava al tramonto.

Per far vedere che Gesù non fa il digiuno religioso, Mt ci aggiunge quaranta notti. Non è, quindi, un digiuno fatto per ottenere dei favori da parte di Dio per chissà quali cose, ma è una prova di forza che lo mette allo stesso livello del grande profeta Mosè.

 

QUARANTA=Perché “quaranta”? I numeri sono sempre simbolici nella Bibbia. Anche noi d’altronde diciamo: “Mangiamo due spaghetti?”; “facciamo quattro passi?”; “s’è rotto in mille pezzi”; “c’erano quattro gatti”. Così, ad esempio, nella Bibbia il numero tre ha valore di completezza: per cui che Gesù sia risorto dopo tre giorni significa completamente. Gesù è completamente, del tutto, ritornato a vivere. Così Pietro rinnega Gesù tre volte: lo rinnega cioè del tutto.

Il numero “quaranta” indica la generazione, la vita di un uomo. Allora Mt dicendo “quaranta” indica tutta la vita di Gesù.

 

3 Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane».

TENTATORE=il tentatore prima è stato presentato come diavolo. Adesso viene presentato come il “tentatore” (peirazon).

Dove ritroviamo nei vangeli questo termine? “Tentare” o “tentatore”, nei vangeli, sarà un termine che verrà sempre attribuito ai farisei, ai sadducei e ai dottori della legge. E’ un termine tecnico.

Mt sta dicendo allora: “Stai attento: questo diavolo qui non è uno spiritello calato da qualche parte del cielo ma sono delle persone e delle situazioni concrete che ritroverai in tutto il vangelo”. E infatti lo ritroveremo: e in qualche circostanza lo saranno perfino i suoi discepoli quando penseranno e agiranno come i farisei e i dottori della legge.

 

SE SEI FIGLIO DI DIO…=Il testo dice: “Se sei Figlio di Dio...”. Ma il tentatore non ha dubbi su questo: lo sa già (è appena stato rivelato nel Battesimo). Per cui è meglio tradurre: “Giacché sei figlio di Dio”.

E cosa gli propone il tentatore: di trarre vantaggio dalla sua situazione di essere figlio di Dio. “Tu sei figlio di Dio; Dio può tutto; tu puoi trasformare per te queste pietre in pani; fallo”.

Ma Gesù non trasformerà per sé i pani: l’unica volta che lo ha fatto, lo ha fatto per gli altri (Mt 14,13-21). Gesù non trasformerà per sé il pane ma lui stesso si farà Pane per tutti.

Quindi la prima tentazione dice: “Usa per te i tuoi vantaggi. Puoi farlo, è lecito: perché non farlo?”.

Un uomo da tanti anni è sindaco del suo paese: conosce tutte le persone del luogo. Non ha bisogno di fare la fila dal dottore… è il dottore cha va a casa da lui. Se ha bisogno di andare in banca basta una chiamata… e il direttore della banca subito lo richiama. I negozianti lo riempiono di regali, doni, offerte… D’altronde se si può…!

Un uomo ha le conoscenze giuste per cui ogni volta che viene pignorata o svenduta una casa lui lo sa. Lui le case le acquista e poi le rivende, guadagnando fortune: “Ma io non faccio niente di male!”.

Un uomo che lavora in banca, siccome è un’abile comunicatore, riesce a propinare ai suoi clienti ogni tipo di azione… anche quelle spazzatura.

Perché lo puoi fare, è anche lecito? Perché lo fan tutti, è anche lecito?