Il Vangelo di domenica
Omelie a cura di Don Marco Pedron
The Gospel of the Sunday homily, followed by.
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Domenica 19 febbraio 2023
Dal vangelo secondo Matteo 5, 38-48
5,38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pòrgigli anche l’altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.
43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.
Parola del Signore
Il vangelo di oggi è la continuazione di quello di domenica scorsa e delle precedenti domeniche.
38 AVETE INTESO CHE FU DETTO: OCCHIO PER OCCHIO E DENTE PER DENTE.
Per capire cosa dice Gesù dobbiamo considerare due cose.
1. Nel libro dell’Esodo infatti c’è scritto: “Se c’è una disgrazia pagherai vita per vita; occhio per occhio; dente per dente; mano per mano; piede per piede; bruciatura per bruciatura; ferita per ferita, livido per livido” (Es 21-23-25). E’ la legge del taglione. A noi ci sembra un po’ brutale, primitiva e in effetti lo è. Ma dobbiamo considerare che fu per quel tempo un grande salto evolutivo per la civiltà. Infatti, prima di quel tempo, se uno del mio clan veniva ucciso, allora “la legge” permetteva di uccidere tutto il villaggio nemico. Con la legge del taglione si limitava l’eccesso di giustizialismo, permettendo “la giustizia” proporzionale, e non oltre, all’ingiustizia ricevuta.
2. Gli ebrei avevano le idee chiare: quando Israele ascolta Dio, Dio interviene, lo libera e distrugge i nemici. Allora il popolo esulta, inneggia canti e balli al Dio che salva. Ma che Dio è questo? E’ la famosa lettura della notte di Pasqua (Es 15), il passaggio del Mar Rosso e il canto di vittoria. Ma cosa si dice lì? Si dice che Dio interviene per uccidere tutti gli Egiziani e così fa. E di fronte a questo Maria la profetessa canta con timpani e danze: “Evviva! Alé! Cantate al Signore perché ha gettato in mare cavallo e cavaliere” (Es 15,21). E prima si prega dicendo: “Il mare li coprì, sprofondarono come piombo in acque profonde; stendesti la destra e li inghiottì”. Ma chi sono questi “inghiottiti”? Sono persone, uomini, con cuore e anima come gli ebrei. Il Dio dell’A.T. è così: i nemici di Israele li distrugge. E’ come Rambo, Terminator: senza pietà.
E se Israele non ubbidisce ai suoi comandi? Stessa sorte! Il Levitico: “Se camminate secondo i miei precetti, (bene!)… la spada non oltrepasserà le vostre frontiere… Perseguirete i nemici che cadranno davanti a voi a fil di spada. Ma se non mi ascoltate e non adempite i miei comandi…, mi rivolgerò contro di voi e sarete distrutti davanti ai vostri nemici; vi tiranneggeranno coloro che vi odiano” (Lv 26,3.6-17). Se Israele non ubbidisce, nessuna pietà.
E così, succede! Gli ebrei vengono presi e deportati a Babilonia. Allora i profeti si chiedevano: ma come può essere che Dio abbandoni il popolo? Ecco la soluzione: Dio non ha abbandonato il suo popolo, ma è stato il popolo ad allontanarsi da Dio. Dio allora utilizza i re stranieri perché il popolo si converta e torni ad amarlo di vero cuore.
Passa il tempo, passano i secoli, ma la cosa non cambia. La Palestina viene continuamente presa d’assalto da tiranni stranieri, prima Alessandro Magno poi Roma. Allora la spiegazione: “Ci succede questo perché il nostro cuore si è allontanato da Dio, non tiene più”.
Allora dei visionari inizieranno a dire (l’apocalittica): “Dio verrà e verrà presto; verrà e verrà in maniera violenta”. Al tempo di Gesù nessuno dubita più: tutti attendono il Vendicatore che distruggerà i nemici di Israele.
E odiare i nemici è segno di zelo, di fede. Al tempo di Gesù si pensa e si crede questo. Il Sal 139,21-22 dice: “Signore, come potrei non odiare coloro che ti odiano, e non disprezzare quanti si levano contro di te? Sì, li odio con un odio implacabile, li considero tutti miei nemici”. Era, ovvio, segno di fede, merito religioso odiare i nemici.
Se finora si diceva: la grandezza di Dio è nel far giustizia (=eliminare), nel punire e nel vendicarsi, Gesù dice: no!, Dio non è affatto così. “Il Padre celeste fa sorgere il suo sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e gli ingiusti” (5,45). Dio non è violento; Dio non verrà a fare la guerra ai Romani; Dio non invierà uno a “sistemare le cose”.
Capite che questa era la caduta di una grande illusione: “Le cose cambieranno; Dio interverrà per noi”. Gesù compie una grande disillusione: “No, Dio non verrà così, perché Dio non è così”. E che ci rimane da fare – dicevano gli ebrei - allora? Assoggettarci con rassegnazione ai romani? Tacere davanti agli abusi del tempio? Dobbiamo allora stare zitti? E’ uno stile passivo, remissivo, quello che Gesù ci propone? No.
In questo clima, che succede? Arriva Gesù. E Gesù fa degli esempi che per loro sono inimmaginabili! Quando ascoltavano queste parole, veramente, consideravano Gesù un alieno. Tutto quello che diceva era impensabile per loro… ma non per Gesù! E che dice Gesù? Ma è pazzo Gesù?
Gesù propone una prassi di resistenza non violenta. Gesù non era un irrealista: vedeva bene anche lui l’ingiustizia e l’impotenza degli ebrei. Non pensava ad una magica trasformazione di quella società ingiusta e crudele. Il dramma di quando si è dominati, è che si ci abitua alla dominazione e la si accetta: “Non si può far niente… è la società così… non possiamo… non abbiamo le forze… le cose vanno così”.
Allora si insinua l’idea che è così e che non ci sia nulla da fare. Gesù dice: “No, si possono fare tante cose. Non arrenderti”. Gesù con questi esempi dice: “Mi costringi a fare quello che vuoi tu? Allora faccio qualcosa che non ti aspetti. Puoi costringermi a fare delle cose fuori, ma il mio cuore… la mia dignità… e la mia libertà, non me le puoi portare via”.
La schiavitù è fuori ma nessuno ci può far schiavo dentro almeno che noi non lo vogliamo. E Gesù fa degli esempi. Sono esempi del suo tempo. Non dobbiamo fermarci all’esempio per fare così anche noi, ma dobbiamo cogliere il senso profondo degli esempio.
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