Il Vangelo di domenica
The Gospel of the Sunday homily, followed by.
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Domenica 18 agosto 2013
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,49-53.
Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso!
C'è un battesimo che devo ricevere; e come sono angosciato, finché non sia compiuto!
Pensate che io sia venuto a portare la pace sulla terra? No, vi dico, ma la divisione.
D'ora innanzi in una casa di cinque persone
si divideranno tre contro due e due contro tre; padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Il vangelo di oggi ci presenta un Gesù deciso, che vuole che prendiamo una posizione chiara. In un'altra parte del vangelo Gesù dirà: "Chi non è con me è contro di me" (Mt 12,30). Bisogna schierarsi: pro o contro Gesù. Molte persone vorrebbero nella vita salvare sempre "capra e cavolo": ma non si può!
La vita ti chiama a scegliere e scegliere è prendere questo per lasciare quello. Uno dei nostri sogni, invece, è quello di poter prendere tutto e tutti: non è possibile. Bisogna schierarsi nella vita, bisogna prendere le parti e una direzione ben chiara: o di qua o di là. E' l'uomo inconsistente, senza struttura, senza midollo, che cerca di salvare tutto. E non schierarsi è già uno schieramento e una posizione.
La prima immagine è il fuoco: "Sono venuto a portare il fuoco sulla terra".
Il fuoco ha un significato molto ampio: luce, calore, trasformazione, purificazione. Il fuoco è calore (l'amore è calore; fraternità, focolare; "essere al caldo" è essere protetti). Il fuoco è la candela: è il segno della luce dello spirito (il candeliere è la luce divina); l'uomo è la candela e Dio il candelabro dove le candele ardono. La fiaccola che arde è il mistero (pensate la fiaccola, il cero del tabernacolo che sta ad indicare: "Qui c'è il Mistero"). Il fumo del fuoco è l'elemento etereo, evanescente, sottile: è l'incenso, segno di qualcosa di imprendibile. Il fuoco è fulmine che distrugge, spacca, spezza, colpisce, disintegra. Il fuoco è cenere: il fuoco brucia, trasforma, fa passare, purifica; "essere passati per il fuoco" vuol dire aver superato una prova, un momento difficile, pericoloso; la cenere indica il lutto, la rinuncia, la spogliazione, il perdere qualcosa, il lasciare andare, il bruciarsi, il perdere.
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Giovedì 15 agosto 2013
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 1,39-56.
In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo.
E beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».
Allora Maria disse: «L'anima mia magnifica il Signore e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata. Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente e Santo è il suo nome: di generazione in generazione la sua misericordia si stende su quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio, ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili; ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato a mani vuote i ricchi. Ha soccorso Israele, suo servo, ricordandosi della sua misericordia come aveva promesso ai nostri padri, ad Abramo e alla sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Questa festa nasce con la definizione del dogma dell’Assunta da parte di Pio XII il 1 Novembre1950. In questo dogma si afferma che Maria è stata presa (in latino assunta, assumptus) in cielo in corpo e anima.
I primi cristiani si ponevano questa domanda: “Ma Maria, che fine ha fatto?”. In effetti, se leggete il vangelo, non troviamo scritto niente sulla fine di Maria. Nel vangelo non c’è scritto né cosa sia successo, né cos’abbia fatto, né dove sia andata o come sia morta.
Assumptus non vuol dire che Maria non sia neppure morta. Dice solo: “Alla fine della sua vita terrena la Madonna è stata presa (assumpta) in cielo”. Cioè non dice: “Maria non è neppure morta”, ma: “Maria è in Dio”. Maria (rappresentante di tutti gli uomini e le donne) è in Dio.
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Domenica 4 agosto 2013
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,13-21.
Uno della folla gli disse: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità».
Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai suoi beni».
Disse poi una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un buon raccolto.
Egli ragionava tra sé: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti?
E disse: Farò così: demolirò i miei magazzini e ne costruirò di più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni.
Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; riposati, mangia, bevi e datti alla gioia.
Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato di chi sarà?
Così è di chi accumula tesori per sé, e non arricchisce davanti a Dio».
Gesù sta parlando a migliaia di persone. Dice che chi lo seguirà "sarà rinnegato, portato di fronte ai tribunali, ma di non aver paura perché anche i capelli del nostro capo sono tutti contati" (12,7.9). Gesù sta parlando di cose profonde, del centro della vita, dell'essenza del vivere e cosa succede?
Viene fuori questo tale con un problema personale, particolare, specifico. Ma stava veramente ascoltando Gesù? Ma quanto concentrato, piegato su di sé era quest'uomo se in mezzo a migliaia di persone e a tutte quelle parole di vita pone questa questione?
Questo uomo non stava pensando a nient'altro che al suo raccolto, che ai suoi magazzini e siccome non riusciva a riempirli, visto che il fratello (probabilmente il maggiore) gli aveva sottratto la sua parte, era tutto intento a trovare il modo di riempirli. Questa parabola è detta per lui: "Anche se avessi l'eredità, anche se i tuoi magazzini fossero pieni, anche se ricevessi un raccolto maggiore delle tue aspettative, non ti serve a niente se non sei libero, non ti serve a niente se vivi per i soldi, se vivi per accumulare, per avere".
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Domenica 11 agosto 2013
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 12,32-48.
Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno.
Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma.
Perché dove è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore.
Siate pronti, con la cintura ai fianchi e le lucerne accese; siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa.
Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità vi dico, si cingerà le sue vesti, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
E se, giungendo nel mezzo della notte o prima dell'alba, li troverà così, beati loro!
Sappiate bene questo: se il padrone di casa sapesse a che ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa.
Anche voi tenetevi pronti, perché il Figlio dell'uomo verrà nell'ora che non pensate».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Qual è dunque l'amministratore fedele e saggio, che il Signore porrà a capo della sua servitù, per distribuire a tempo debito la razione di cibo?
Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà al suo lavoro.
In verità vi dico, lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: Il padrone tarda a venire, e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà nel giorno in cui meno se l'aspetta e in un'ora che non sa, e lo punirà con rigore assegnandogli il posto fra gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più.
Vendete ciò che avete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma.
Ci sono cose che nessuno può portarci via. Le persone che hai aiutato con il tuo ascolto, con la tua comprensione, con la tua mano; le persone che senza di te erano perse, disperate, angosciate e grazie a te hanno ritrovato la luce; l'ebbrezza di essere vivo, di essere grande perché figlio di Dio e della Vita; la felicità che dà la sensazione che la mia vita abbia un senso, un motivo, e per questo sono disposto a lottare, a combattere, a resistere e a soffrire; la commozione che hai provato e vissuto quando è nato tuo figlio; la profondità che scorgi negli occhi di tua moglie quando nel silenzio vi fissate e vi specchiate del vostro amore; i colori dell'autunno, il profumo dell'erba appena tagliata, il suono del vento, il canto degli uccelli e quello de cuore; la gioia di sentirsi vivi, vita in mezzo a tanta Vita; la percezione che Lui c'è, che non c'è motivo di aver paura e la sensazione di essere al sicuro, al di là di tutto ciò che possa capitare; tutto quello che abbiamo condiviso con le persone, tutto quello che ci siamo sussurrati perché intimo, tutto quello per cui abbiamo lottato insieme, tutto l'amore che ci siamo scambiati... tutto questo nessuno te lo potrà mai portare via. Tutto questo resta.
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Domenica 21 luglio 2013
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 10,38-42.
Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa.
Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola;
Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti».
Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose,
ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».
Gesù in viaggio verso Gerusalemme si ferma dalle sue amiche Marta e Maria (sorelle di Lazzaro). A noi sembra un gesto normale, ma Gesù in realtà rompe con gli schemi convenzionali.
1. Innanzitutto perché va a casa di due donne e non vi sono uomini presenti! Il gesto a quel tempo non poteva che venire letto come dubbio se non scandaloso, o provocatorio. Non si poteva incontrare una donna senza la presenza di un uomo.
In Gv 4,27 i discepoli sono sorpresi che Gesù parli con una donna (la samaritana) e pensano: "Perché parla con lei?".