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Così per amore ....
La vita è talmente meravigliosa che sciuparla è un peccato perciò: non perderti in chi vuole vederti disperato, non ascoltare chi ti vuole togliere ogni speranza. Non dare retta agli sfiduciati, ai duri di cuore, a chi vuole renderti senz'anima.
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Gesù era un cercatore di Dio. Quando incontrava una persona non guardava a ciò che aveva fatto, non guardava a ciò che sembrava, ma si diceva: "Qui da qualche parte c'è mio Padre, c'è Dio, c'è il bene. Proverò a tirarlo fuori". Se le persone accettavano questa sfida, cambiavano vita.
Questo è l'amore che salvò e che salva: "Tu, al di là di tutto, sei buono; va bene così". Quando guardate qualcuno ditevi sempre: "Qui c'è Dio". E lavorate per far vivere Dio. Se crederete con tutte le vostre forze che lì, anche se non sembra, anche se nessuno lo vede, c'è Dio, quella persona si sentirà amata e sentirà il vostro amore. Quest'amore, alcune volte, ti cambia la vita.
Guardati allo specchio: "Qui c'è Dio. Io sono buono, io valgo". Quando crederai a questo sarai salvo. Guarda tuo padre, tua madre, i tuoi nemici, quelli che ami, quelli che odi, quelli che non sopporti, gli omosessuali, i tuoi cari, i falsi e i traditori, quelli che ti hanno ferito e umiliato, i tiranni: "Forse si vede o forse non si vede: qui in ogni caso c'è Dio". Se li guardi così cambierai ogni prospettiva. Non sarai più lo stesso di prima! Non li giustificherai ma saprai cosa vuol dire amare e scorgere la Luce nel buio. Forse molte di queste persone non riusciranno a vedersi così, ma tu vedile per quello che sono realmente.
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Quante pietre lanciamo ogni giorno, quante volte condanniamo il nostro prossimo, quante volte giochiamo a fare Dio. Eppure Gesù ci insegna in modo inequivocabile a non giudicare. Senza andare tanto lontano guardiamo nelle nostre parrocchie, nel proprio ambiente, sul posto di lavoro, tra i banchi di scuola quante dita puntate contro questo o quello. Non si guarda a quanto di buono abbia fatto una persona, si cerca il male per poterlo giudicare, per farlo passare per "cattivo" per "peccatore".
Per cosa lo facciamo? E' evidente, perché giudicando gli altri, sminuendoli possiamo esaltare la nostra persona. E' un po' come dire "vedi quello ha fatto questo" e con ciò si lascia intendere che noi quella cosa non la facciamo, anche se magari ne facciamo di peggio.
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Tradimento e conversione di Pietro
Pietro si rattristò e pianse perché sbagliò come tutti gli uomini. Non trovo che cos`abbia detto, trovo che ha pianto. Leggo le sue lacrime, non leggo ciò che ha dato in compenso: ma ciò che non può essere scagionato, può ben essere deterso. Lavino le lacrime la trasgressione, che è vergogna confessare con la voce. I pianti sono propizi sia al perdono che alla vergogna. Le lacrime parlano della colpa senza far inorridire, le lacrime riconoscono il peccato senza offendere il rossore, le lacrime non chiedono il perdono ma lo meritano. Ho scoperto perché Pietro ha taciuto: perché, chiedendo tanto presto il perdono, non si rendesse ancora piú colpevole. Prima bisogna piangere, poi bisogna pregare.