Tendiamo molto spesso a ricavarci un posto dove nasconderci dal mondo, dalla storia, dalle responsabilità, dal dolore, da quello che accade fuori. La paura, molto spesso, è la vera direttrice della nostra vita. Le nostre scelte, i nostri cammini, le nostre decisioni sono davvero dettate dalla paura, (e che paura …. Qualcuno lo ricorderà) e non dalla verità. Dove c’è paura non può esserci verità.; non se ne ha il tempo, non se ne ha nemmeno preoccupazione. C’è tempo solo per difendersi.

Egli entra “a porte chiuse” (annota il Vangelo), quasi a significare che Cristo entra dentro di noi, dentro la nostra vita al di là delle paure e delle chiusure che ci siamo costruiti attorno. Non dobbiamo temere di essere troppo incapaci di liberarci dei nostri limiti e dalle nostre insicurezze, dalle nostre ferite e di ciò che non ci fa dormire la notte. Cristo, se vuole, entra comunque, si siede alla nostra tavola, e mangia con noi. Ma non è questo che cambia le carte in tavola. Non basta “fare esperienza” di Cristo, “sapere” i suoi insegnamenti, per poter vedere qualche risultato dentro la nostra vita. Abbiamo bisogno di essere scaraventati al di là di quel cenacolo, di uscire nella storia, di provare l’adrenalina di andare sino agli estremi confini della terra. La fede non ci chiude in noi stessi, al contrario ci apre al mondo, all’oggi, al qui ed ora allargandolo con l’orizzonte grande dell’infinito e dell’eternità. È come fare un viaggio tenendo sempre presente l’orizzonte in fondo, rifuggendo la tentazione di camminare troppo a testa bassa. E chi è che permette questa apertura? Chi è che ci riscatta dai cenacoli sigillati dalle paure? : lo Spirito Santo.

                                                                

33. -

 

Io, sono venuto in mezzo a voi a portarvi la pace. Vi dò perciò la mia pace. La pace che il mondo inutilmente cerca, perché questa pace non è del mondo. Il mondo non appartiene a Dio. Il mondo è del nemico di Dio. Perciò il mondo non può avere la pace che io vi porto, perché questa pace scende dal cielo, mandata dal Padre mio, che vive in me ed io vivo in lui ed insieme siamo una cosa sola e lo Spirito Santo, che è amore.

Amen.

 

Io, Gesù di Misericordia, a voi vengo, o dilettissime sorelle mie, e vi benedico nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e vi dico: O dilette mie figlie, io vi amo.

 

Oggi iniziate il santo Rosario, dedicandolo a tutte le anime purganti, le anime cioé del santo e divino Purgatorio, dove esse sono chiamate dall’amore di Dio a purgare le loro colpe e i loro peccati e nello stesso tempo a perfezionarsi, a trasformarsi, a vivere cioé di quell’amore che è in Dio.

 

Le anime del Purgatorio soffrono molto, o sorelline care. Però, come ha detto ieri il Padre, nella locuzione, esse amano, amano il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo e amano tutti i fratelli della terra, perché ad essi sono legati non tanto più da un rapporto o da un legame di parentela o di conoscenza o di amicizia, ma ad essi sono legati da quell’amore indistruttibile, che è l’amore del Padre e che lega tutti i figli della terra e del cielo.