Tendiamo molto spesso a ricavarci un posto dove nasconderci dal mondo, dalla storia, dalle responsabilità, dal dolore, da quello che accade fuori. La paura, molto spesso, è la vera direttrice della nostra vita. Le nostre scelte, i nostri cammini, le nostre decisioni sono davvero dettate dalla paura, (e che paura …. Qualcuno lo ricorderà) e non dalla verità. Dove c’è paura non può esserci verità.; non se ne ha il tempo, non se ne ha nemmeno preoccupazione. C’è tempo solo per difendersi.

Egli entra “a porte chiuse” (annota il Vangelo), quasi a significare che Cristo entra dentro di noi, dentro la nostra vita al di là delle paure e delle chiusure che ci siamo costruiti attorno. Non dobbiamo temere di essere troppo incapaci di liberarci dei nostri limiti e dalle nostre insicurezze, dalle nostre ferite e di ciò che non ci fa dormire la notte. Cristo, se vuole, entra comunque, si siede alla nostra tavola, e mangia con noi. Ma non è questo che cambia le carte in tavola. Non basta “fare esperienza” di Cristo, “sapere” i suoi insegnamenti, per poter vedere qualche risultato dentro la nostra vita. Abbiamo bisogno di essere scaraventati al di là di quel cenacolo, di uscire nella storia, di provare l’adrenalina di andare sino agli estremi confini della terra. La fede non ci chiude in noi stessi, al contrario ci apre al mondo, all’oggi, al qui ed ora allargandolo con l’orizzonte grande dell’infinito e dell’eternità. È come fare un viaggio tenendo sempre presente l’orizzonte in fondo, rifuggendo la tentazione di camminare troppo a testa bassa. E chi è che permette questa apertura? Chi è che ci riscatta dai cenacoli sigillati dalle paure? : lo Spirito Santo.

 

 

Ora, o sorelline mie, io ho voluto intrattenervi oggi su questa locuzione, perché credo che voi ne abbiate tanto bisogno.

Abbandonatevi, perciò, alla vita dello spirito, totalmente.

Con questo, o figlie mie carissime, io non vi dico di trascurare le cose del mondo, cioè i doveri, le necessità, i problemi a cui voi, giorno dopo giorno, siete chiamati. Però, ecco, io vi esorto a far sì che voi possiate invertire le cose, incentrare la vostra esistenza sulla vita dello spirito e condurre invece le cose del mondo con distacco sempre più avanzato, sempre più accentuato.

 

Trattate le cose del mondo come cose di passaggio, senza legarvi ad esse, senza attribuire ad esse quel valore, al quale voi, fino a questo momento, attribuite. E voi certamente ne sarete risanate. Il vostro spirito si dispiegherà sempre più libero, sempre più alto, sempre più grande, perché, vedete, lo spirito non è della stessa natura delle cose del mondo, e, quindi, non può essere appaiato a nessuna delle cose del mondo, essendo le cose del mondo tutte di effimera natura, di materia che oggi esiste e domani non ci sarà più.